L’importanza dell’esame di maturità è cosa risaputa. Al netto di chi prosegue gli studi andando all’Università, il diploma di maturità è senza dubbio il primo passo che i ragazzi fanno dalla vita da studenti alla vita da lavoratori. Il dubbio di molti però riguarda la votazione finale con cui si esce dalla scuola superiore. Che sia la ragioneria piuttosto che il liceo, il geometra piuttosto che un istituto professionale poco importa. Molti credono che la votazione agli esami di scuola superiore sia importante anche per il futuro nel mondo del lavoro. Ma è davvero così?
La verità sull’importanza del voto all’esame di maturità dai concorsi all’abilitazione o per trovare lavoro e le differenze tra voto basso e voto alto all’esame di Stato
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La lunga attesa per arrivare al quinto anno e all’esame di maturità, poi quella per i quadri dopo aver sostenuto l’esame. Questo è un passaggio che hanno effettuato tutti quanti si sono diplomati. Per chi prosegue con l’Università, il diploma e la sua votazione finale rappresentano il biglietto da visita dello studente. Ma questo vale anche nel mondo del lavoro. L’esame di Stato è quanto di più importante ci sia per esempio, nei concorsi pubblici.
A scanso di equivoci, l’esame di maturità con la sua votazione finale non influisce sulle possibilità di iscrizione all’Università. Nemmeno per le Università a numero chiuso dove occorre superare una prova o test di ingresso e basta. Ci sono però delle eccezioni. Esistono università italiane ma soprattutto estere, che tendono a favorire l’ingresso ad un corso di studio solo a studenti sopra un determinato voto di uscita dall’esame di Stato. Questa la verità sull’importanza del voto all’esame di maturità per quanto concerne i concorsi pubblici.
Il voto della maturità e il mondo del lavoro
Dal 2015 una Legge ha stabilito che lo sbarramento per il voto non poteva più essere immesso in un bando di concorso pubblico. In altri termini, se per la partecipazione ad un concorso serve il diploma di scuola media superiore, basta questo, a prescindere dalla votazione. Ma ciò non vuol dire che il voto non serva. Infatti per concorsi dove arrivano numerose candidature, la prima scrematura dei candidati esce fuori proprio in base alla votazione dell’esame di Stato. Senza considerare poi i voti che incidono sulle graduatorie al termine di un concorso.
Infatti i punteggi di un concorso spesso sono collegati al voto (che garantisce punteggio più alto quanto più alta è la votazione ottenuta), e questo vale per il diploma ma anche per la laurea. Ma se un concorso pubblico ha le sue regole, il voto all’esame di maturità incide e non poco anche su eventuali assunzioni nel settore privato. Nel privato è inevitabile che il voto possa incidere sulle possibilità di assunzione. Essendo libertà dell’imprenditore scegliere chi assumere e chi no, non è azzardato ipotizzare che ci siano dei datori di lavoro che preferiscono assumere, in determinati ruoli, persone che sono uscite dagli esami di maturità con un voto più alto.
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