Negli scorsi giorni il Governo ha annunciato il provvedimento di sospensione dei pagamenti di mutui, bollette, versamento Iva, assicurazioni e altre imposte. L’emergenza coronavirus ha riscritto il calendario fiscale facendo slittare numerosi pagamenti di alcuni mesi. La notizia, in prima battuta accolta di buon grado dai contribuenti, ha sollevato non poche proteste a seguire. Come sappiamo la situazione attuale è piuttosto critica per il nostro paese. Sebbene gli interventi di tipo sanitario stiano avanzando a ritmi sostenuti, l’economia sembra ancora appesa ad un filo la cui trama inizia a sfilacciarsi. Lo spostamento dei pagamenti creerà, in breve volger di tempo, una situazione paradossale: la sovrapposizione di balzelli da pagare e pochissimi soldi in tasca per onorare i debiti. La verità nascosta sulle tasse e i pagamenti sospesi cela alcune minacciose insidie fiscali su sarebbe opportune riflettere.
L’altra faccia del decreto Cura Italia
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Tantissimi sono i contribuenti che denunciano la perdita del lavoro o il mancato inizio delle attività per tutti coloro che hanno occupazioni stagionali. Le aziende e le imprese hanno ormai da tempo chiuso i battenti e gli effetti sulla crescita economica sono piuttosto evidenti. Diventa difficile per molti di questi lavoratori aggiungere al mancato guadagno un affastellamento di tasse che dovranno essere versate in tempi brevissimi, seguendo le scadenze indicate. Qual è la verità nascosta sulle tasse e i pagamenti sospesi? Del decreto Cura Italia si conoscono molto bene i bonus e gli incentivi fiscali rivolti a famiglie e lavoratori. Ma i provvedimenti riguardano anche l’operatività del Fisco e il suo raggio d’azione.
Qual è la verità nascosta sulle tasse e i pagamenti sospesi?
Come annunciato, l’Agenzia delle Entrate sospenderà per un arco di tempo pari a due mesi tutte le attività di riscossione. Pertanto, le cartelle esattoriali e le procedure di rottamazione-ter e pace fiscale sono sospesi fino alla fine di maggio 2020. Si tratta di un volume di entrate di circa 3 milioni di euro che verranno congelati in risposta all’emergenza sanitaria. Allo stesso modo però si concede un’estensione temporale per fare in modo che l’Agenzia delle entrate possa effettuare i dovuti controlli contro l’evasione. La caccia agli evasori durerà non più 5 anni, come solitamente accade, ma si estende a 7 anni.
L’estensione fa leva sull’art. 3 comma 3 contenuto all’interno dello Statuto del contribuente ed applica l’articolo 12 del decreto 159/2015 sul tema riscossione. Sulla scorta dei nuovi provvedimenti, il Fisco avrà libertà d’azione fino al 2022 per effettuare controlli ed esercitare il diritto di riscossione sui contribuenti. Sembrerebbe una specie di boomerang che lanciato in aria torna nuovamente a sbattere contro i problemi già molto gravosi che il Paese deve affrontare. La verità nascosta sulle tasse e i pagamenti sospesi sembra avvolta da una nebulosa ancora molto fitta e intangibile. Date le forti proteste che il provvedimento ha sollevato, non si esclude una possibile rivisitazione delle decisioni prese per andare incontro alla popolazione con maggiore riguardo.