Tra i tanti stratagemmi usati dai malintenzionati nelle nostre strade spicca la truffa dell’orologio a cui gli automobilisti devono stare attenti. Nelle grandi città purtroppo non è raro incontrare sempre più persone dedite alla microcriminalità per sopravvivere. Ma anche la sopravvivenza incontra il limite del rispetto del prossimo, soprattutto per strada. Quali sono i metodi usati dai truffatori per far cadere i passanti malcapitati nella trappola di cui stiamo parlando? Vediamo insieme una delle truffe più banali e odiose messe in atto da questi delinquenti.
La truffa dell’orologio a cui gli automobilisti devono stare attenti
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Questo raggiro è più diffuso di quanto si possa pensare. L’obiettivo di chi lo pratica è quello di chiedere ai conducenti alla guida della propria vettura un risarcimento monetario immediato. La dinamica è la seguente. Il pedone-truffatore cammina sul ciglio della strada apparentemente senza fini malevoli. Appena una macchina in corsa si avvicina alla sua posizione, il malintenzionato si accosta allo specchietto di questa in maniera tale da impattarvi con l’orologio. In questo modo l’orologio da polso, solitamente di scarso valore o addirittura rubato, subirà un danno. Per evitare di presentare un’eventuale querela, a questo punto, il pedone disonesto chiede all’automobilista un risarcimento monetario. Per questo è il caso di stare molto attenti quando un pedone si avvicina in maniera anomala alla propria automobile.
Come comportarsi
Il primo consiglio è quello di non sborsare per nessun motivo denaro a queste persone. In secondo luogo non bisogna andare nel panico né mostrarsi timorosi. In caso contrario il delinquente troverà terreno fertile per le sue mire. Se possibile, poi, è bene cercare con una scusa di dirigersi a piedi insieme al truffatore in un’area videosorvegliata nei pressi dell’auto. Infine la cosa più importante è quella di recarsi dalle autorità competenti e denunciare il fatto, cercando di descrivere i tratti somatici dell’individuo. Di questi casi se ne contano a decine, stando alle denunce raccolte negli ultimi anni dalle questure di molte città d’Italia.