Stellantis, dopo la diffusione dei dati finanziari relativi al 2024, ha annunciato l’intenzione di staccare una cedola di 0,68 euro per azione, con pagamento dal 5 maggio 2025.
L’ex data sarebbe prevista per martedì 22 aprile 2025, e i dividendi di Stellantis registrerebbero così un rendimento molto alto, del 5,04%. Potrebbe sembrare un’ottima notizia, viste le ampie problematiche del settore automobilistico, iniziate col Green Deal e aumentate coi Dazi di Trump. Forse Elkan ha qualche strategia segreta? Gli investitori se lo stanno chiedendo, mentre dai Sindacati arriva l’allarme per i lavoratori.
2024 “anno nero” per Stellantis, gli azionisti riscuotono mentre gli operai vengono licenziati
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Corteo di protesta dei metalmeccanici e dei sindacati contro la chiusura dello stabilimento Stellantis Mirafiori di Torino, 18 aprile 2024
Il crollo della produzione di auto, già importante nel 2024 e proseguito al primo trimestre del 2025, non è una sorpresa, visti gli eventi che hanno messo in ginocchio tutte le aziende del comparto automobilistico e correlato.
- Stellantis a causa dei Dazi del 2 aprile è una delle società che ha visto ribassi di oltre il 20%; il valore delle sue azioni segna un -60% negli ultimi 12 mesi.
- Tutti gli stabilimenti italiani sono in rosso e con le tariffe statunitensi la situazione sarà difficilmente migliorabile. Il numero di auto e veicoli commerciali prodotti si aggira a quello della fine degli anni ’50.
- Negli ultimi 4 anni, l’ex AD Tavares ha distribuito ai soci ben 23 miliardi di euro in dividendi, attuando però politiche controverse a danno di produzione e lavoratori.
Dati, questi, che non possono essere ignorati. Nonostante ciò, la società si appresta a staccare cedole per 697 milioni. Lo stesso avvenne l’anno scorso quando i dividendi erano aumentati del 16% rispetto al 2023, a fronte però di un taglio a investimenti, ricerca e tutela dei lavoratori i quali – come ricorda il segretario generale della Federazione Italiana Metalmeccanici (Fim-Cisl), Ferdinando Uliano – sono ancora in attesa del rinnovo del Contratto Collettivo.
Il trucchetto (mal celato) di Stellantis non convince gli investitori
In un clima di risk-off come siamo adesso, investire in società che pagano alti dividendi potrebbe sembrare una buona strategia. Solo però se si riesce a individuare quelle società il cui flusso di cassa può essere facilmente prevedibile oppure, per via delle tariffe, che non rientrano nei settori colpiti. Entrambe queste condizioni non sembrano far parte di Stellantis, a meno che non ci sia qualche “piano segreto” sconosciuto ai più. Gli esperti ritengono che nemmeno il ristoro UE da 2,8 miliardi di euro sarà sufficiente a risanare il profondo rosso della società.
In realtà, la decisione di offrire dividendi alti ai soci anche quando “le cose vanno male” non è certo una strategia inventata da Stellantis. Si tratta di una prassi adottata normalmente quando un’azienda sta cercando di non crollare agli occhi degli investitori. Quando ciò accade, è un campanello d’allarme difficilmente ignorabile.
Una società che offre dividendi molto alti a fronte di poca cassa deve per forza tagliare su investimenti, innovazione o crescita, o espansione verso nuovi mercati. Queste decisioni possono portare anche a un repentino crollo del valore delle azioni. La motivazione è semplice: ad un dividendo troppo alto e non sostenibile si associa anche un alto rischio.
In conclusione, i dati suggeriscono di analizzare con molta attenzione i titoli Stellantis, in modo da non finire nella “trappola dividendi alti”. Come sappiamo, la diversificazione del portafoglio è un’arma molto efficace per ripararsi da questo e altri tipi di rischi.