La stangata sulle pensioni è sempre arrivata quando c’era da correggere i conti pubblici. I conti dell’Italia, data l’attuale situazione economica tendono e tenderanno probabilmente a peggiorare. Quale soluzione?
Quando si parla di correzione di conti, inevitabilmente si arriva a parlare di pensioni. L’erogazione delle pensioni è una delle due voci più importanti della spesa pubblica dell’Italia. L’altra sono gli stipendi della pubblica amministrazione. Il debito che l’Italia ha fatto, e farà, nell’ambito delle misure di contrasto al coronavirus, prima o poi dovrà essere restituito. Presto si tornerà a parlare di rientro dal debito, di correzione di conti. E di riforma della pensioni.
La stangata sulle pensioni è sempre arrivata quando c’era da correggere i conti pubblici.
Ogni volta che in Italia si affaccia una crisi sui conti pubblici, si pensa alla riforma delle pensioni. Un eufemismo per nascondere un taglio e quindi una stangata. Dimostrazione ne siano gli ultimi due interventi fatti nel luglio del 2011, dal Ministro Sacconi e nel novembre 2011 dal Ministro Fornero.
A partire dal 2010 la grande recessione che colpì gli Stati Uniti, a causa della crisi dei subprime, si trasferisce in Europa. La prima economia a subire i danni della recessione è la Grecia, i cui conti pubblici vanno a un passo dal default. Sarà salvata solo dall’intervento della Troika (BCE, Commissione UE e Fondo Monetario Internazionale).
Poi è la volta dell’Italia ad andare in sofferenza sui conti pubblici. Nel luglio 2011, per ridurre la spesa pubblica legata alle prestazioni pensionistiche, il Governo Berlusconi vara la riforma delle pensioni Sacconi. Tra le varie misure spicca un contributo di solidarietà per redditi pensionistici oltre i 90mila euro lordi annui. In pratica una tassa sulle pensioni.
La manovra correttiva non è sufficiente e l’Italia entra nel mirino della speculazione. In autunno lo spread si impenna, la situazione precipita. Il Governo Berlusconi si dimette e lascia il campo al Governo Monti, con lo scopo di fare una manovra per riportare i conti pubblici sotto controllo. Con l’obiettivo di calmare la speculazione internazionale, che picchia duro, e fare scendere lo spread.
Ministro del Lavoro e delle Politiche sociali del Governo Monti è la professoressa Elsa Fornero. A lei spetta lo sgradevole compito di un nuovo aggiustamento dei conti pensionistici a meno di 6 mesi da quello effettuato da Sacconi. Nasce la Riforma Fornero (Decreto Legge 201/2011 convertito in legge il 22 dicembre 2011), con ennesimo giro di vite sui trattamenti previdenziali.
La storia si ripete
Fin qui la storia recente delle ultime due riforme (in realtà poi il Governo Conte 1 ha messo nuovamente mano alle pensioni con la famosa quota 100). E spesso la storia si ripete, ma anche le continue riforme delle pensioni. Adesso siamo a un nuovo passaggio cruciale per i nostri conti. Si rischia un autunno caldo come quello del 2011, con debiti fuori controllo e spread impazzito. Se ciò accadesse sarà inevitabile mettere mano anche alle pensioni con nuovi aggiustamenti. Probabilmente con un nuovo contributo di solidarietà (Graziani Del Rio lo ha prospettato ad aprile).
Vorremmo sbagliarci e ne saremmo veramente felici.