Alcune condizioni subcliniche che mostrano quadri sintomatologici più lievi e attenuati possono diventare potenzialmente dannose per diverse malattie. È il caso di chi ad esempio presenta determinati livelli di glicemia nel sangue che non possono giustificare una diagnosi di diabete ma che comunque è bene monitorare. In simili circostanze, infatti, la scienza dice che la spia di malattie cardiovascolari potrebbe essere questo valore sballato nel sangue che molti sottovalutano. Di seguito illustriamo di cosa si tratta e quali sono gli indicatori da prendere a riferimento.
Quanto è importante il monitoraggio costante?
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Coloro che desiderano monitorare periodicamente il proprio stato di salute ricorrono spesso ad esami di routine come ad esempio quelli ematochimici. Per tale ragione in un precedente articolo abbiamo spiegato quali sono i 3 valori del sangue che potrebbero essere la spia di un tumore nel corpo. Le medesima regola vale anche per le malattie del sistema cardiocircolatorio che ogni anno interessano milioni di persone. In simili circostanze, chi presenta particolari condizioni sanitarie invalidanti, può richiedere degli aiuti economici come si può leggere nell’approfondimento: “Le 5 malattie croniche del cuore che assicurano la pensione di invalidità INPS”. Secondo quanto indica una recentissima ricerca scientifica presentata all’American College of Cardiology, una condizione di prediabete potrebbe rivelarsi pericolosa anche per la salute del cuore.
La spia di malattie cardiovascolari potrebbe essere questo valore sballato nel sangue che molti sottovalutano
Quando si parla di prediabete si indica un livello di glicemia nel sangue che si attesta tra i 100 e 125 mg/dl. Questa soglia, che non è ancora diagnosticabile come diabete di tipo 2, spesso viene sottovalutata secondo i ricercatori del Beaumont Hospital-Royal Oak (USA). Il rischio di ictus, ischemie o altri problemi dell’apparato cardiaco potrebbe aumentare in maniera drastica anche in questi soggetti che si trovano in tale condizione premorbosa. Gli scienziati hanno raccolto dati su un campione di circa 12.000 pazienti prediabetici.
In quasi il 20% dei soggetti i medici hanno riscontrato problematiche di tipo cardiovascolare. Una quota più alta rispetto a chi invece presenta livelli di glicemia bassi e nella norma. L’ipotesi è che i livelli alti di glucosio nel sangue vadano a danneggiare e infiammare anche i vasi sanguigni e quindi il cuore. Questi risultati evidenziano quanto sia importante lavorare in maniera sinergica sulla prevenzione del rischio anche in quelle condizioni precliniche. In questi casi, gli esami clinici per individuare il prediabete generalmente sono quelli che valutano la glicemia, l’emoglobina glicata e il carico orale di glucosio.
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