Tra le malattie che più preoccupano la maggior parte delle persone rientra sicuramente il morbo di Parkinson. Soprattutto, in virtù del fatto che, ad oggi, nonostante la ricerca scientifica, non esiste alcuna cura né alcun farmaco che possano prevenire la malattia. Tuttavia ci sono trattamenti farmacologici e terapeutici che aiutano a gestirla, migliorando la qualità di vita dei pazienti, come illustrato nell’articolo “Straordinari questi farmaci che proteggono il cervello da Parkinson e Alzheimer”. Inoltre anche seguire un’alimentazione sana può diminuire il rischio d’insorgenza di notevoli malattie e magari ritardare i processi neurodegenerativi, come consigliato nell’articolo “Basta questa straordinaria spezia per proteggere il cervello dal Parkinson e abbattere il diabete.
Il morbo di Parkinson è una malattia neurodegenerativa che colpisce la parte motoria, ovvero l’equilibrio e i movimenti. È causata dalla degenerazione della substantia nigra, una piccola parte del cervello. Quando le cellule di questa porzione di cervello muoiono, diminuisce nel cervello una sostanza chiamata dopamina, che controlla i movimenti di tutto il corpo. O meglio, consente alle cellule cerebrali coinvolte nel movimento, di comunicare tra loro. Ed è in questo caso che la spia del Parkinson arriva con questi sintomi spesso trascurati anche 20 anni prima. Ovvero, disturbi d’ansia, disturbi del sonno, costipazione e anemia. Quando i sintomi principali si manifestano, secondo vari studi, è possibile ipotizzare che un’elevata percentuale di neuroni che producono la dopamina abbia già da tempo perso la sua vitalità.
La spia del Parkinson arriva con questi sintomi spesso trascurati anche 20 anni prima
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I consulenti di ProiezionidiBorsa hanno spesso sottolineato quanto sia importante ascoltare i segnali che ci invia il corpo, segni che possono davvero salvare la vita. Secondo studi scientifici, si possono avvertire dei segnali, facilmente trascurabili, moltissimi anni prima dell’insorgenza dei sintomi principali, quali ad esempio il tremore o la bradicinesia. In particolare, secondo i ricercatori ci sono prove convincenti che il processo neurodegenerativo inizi molti anni prima dell’inizio delle manifestazioni motorie. La depressione e l’ansia, nonché la compromissione dell’olfatto possono precedere di molti anni l’insorgenza delle difficoltà motorie. In particolare la costipazione e lo stato d’ansia sembrano essere presenti in alcuni pazienti da oltre 20 anni prima. Mentre il disturbo del sonno sembrerebbe mostrarsi, in molti pazienti, circa 12 anni prima. Tuttavia secondo lo studio ritenere questi segnali un’evoluzione continua dall’inizio fino al pieno sviluppo della malattia sarebbe troppo riduttivo.
Inoltre, è opportuno ricordare che i sintomi vanno esclusivamente valutati dal medico nel contesto e in combinato anche con altri fattori. La malattia, infatti, ha una progressione piuttosto graduale e un decorso prolungato. Pertanto, riconoscere una fase preclinica potrebbe diventare fondamentale per condurre all’identificazione di fattori di rischio o protettivi di questa temuta malattia. Una diagnosi precoce potrebbe comportare una terapia immediata idonea a rallentarne la progressione, e a migliorare la qualità della vita.