Negli ultimi due mesi le quotazioni di Banca Generali sono salite dai minimi annuali di oltre il 40%. Una performance che fonda le sue basi su ottimi dati trimestrali di cui abbiamo riportato già in un precedente report. Un altro importante ingrediente del rialzo, però, era stato quello della speculazione sulla possibile vendita della società da parte di Generali Assicurazioni.
Nel corso della settimana, però, la speculazione viene meno e il titolo, nel corso della seduta di venerdì 24 novembre, è arrivato a perdere oltre l’8% venendo sospeso per eccesso di ribasso. Questo sell-off è scattato a seguito delle indiscrezioni riportate da Bloomberg, secondo cui la Generali Assicurazioni avrebbe abbandonato per ora l’idea di rilevare la divisione di asset management dell’americana Guggenheim.
Sempre secondo le indiscrezioni, infatti, per acquisire Guggenheim la società triestina avrebbe considerato la vendita della controllata Banca Generali. Gli investitori, quindi, avevano scommesso di conseguenza su un’operazione con Banca Generali protagonista, facendo salire l’appeal speculativo del titolo. Quindi, la speculazione viene meno e Banca Generali crolla.
La domanda adesso è fin dove questo ribasso potrebbe proseguire.
Prima di affrontare l’analisi, un commento sulle raccomandazioni degli analisti. Il prezzo obiettivo medio è in linea con le attuali quotazioni non lasciando spazio a possibili forti apprezzamenti del titolo. Anche la dispersione, inferiore al 6%, indica una visione comune tra i diversi analisti.
La speculazione viene meno e Banca Generali crolla: fin dove potrebbe scendere secondo l’analisi grafica?
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Il titolo Banca Generali (MIL:BGN) ha chiuso la seduta del 25 novembre a quota 32,21 euro, in rialzo dello 0,34% rispetto alla seduta precedente.
Per l’analisi grafica la discesa della settimana appena conclusasi non ha determinato un’inversione ribassista. Il supporto in area 31,95 euro, infatti, ha resistito e le probabilità che venga raggiunta la massima estensione rialzista in area 36 euro (III obiettivo di prezzo) rimangono intatte.
Solo una chiusura settimanale inferiore a 31,95 euro potrebbe portare a un’inversione ribassista i cui obiettivi più probabili potrebbero essere localizzati in prossimità dei minimi annuali in area 24 euro.