La scienza afferma che sarebbe semplice ridurre del 30% la mortalità cardiovascolare

cuore

Come si fa l’elisir di lunga vita, purtroppo, non si sa. Certo è che con i nostri comportamenti quotidiani possiamo, in qualche modo, influenzare anche la durata della nostra vita. Vivere il più a lungo possibile, insomma, non è solo frutto del caso.

Gli esperti, ad esempio, consigliano di non fumare, mantenere il proprio peso forma ideale, essere regolari nei pasti, in particolare con una buona colazione. Ridurre gli alcolici e dormire almeno 7-8 ore sono altri consigli che ci potrebbero aiutare a mantenere il corpo in salute.

Ridurre il rischio di morire per problemi cardiovascolari si potrebbe fare

Di recente, a Roma, si è tenuto il Congresso di Cardiogeriatria, nel quale sono intervenuti vari specialisti, a partire dai direttori scientifici Lorenzo Pallaschi e Francesco Vetta. Ebbene, durante queste giornate, è emerso un dato decisamente importante. Infatti la scienza afferma che sarebbe semplice ridurre del 30% la mortalità cardiovascolare. Soprattutto se si è anziani.

La ricetta, infatti, sarebbe alla portata di ognuno di noi. E consisterebbe nel fare attività fisica. Vincere, insomma, la pigrizia e fare movimento, per trarne benefici cardiovascolari. Rispetto ai sedentari, infatti, dovremmo praticare ogni settimana un’attività fisica moderata di 2,5-5 ore. Oppure, in alternativa, una più dinamica per 1,15-2,5 ore settimanali. Meglio ancora se riuscissimo a combinare entrambe. Da quello che è emerso durante il congresso, infatti, fare questo porterebbe a una riduzione della mortalità del 20-30%.

Essere anziano non significa più andare incontro al decadimento fisico

La scienza afferma che sarebbe semplice vivere in salute e più a lungo con degli accorgimenti di benessere quotidiano. Fare attività fisica, infatti, aiuterebbe anche a prevenire malattie degenerative. Non solo. Smettiamo di pensare che gli anziani siano costretti al declino fisico. Come è stato sottolineato, chi si mantiene in forma fisica, pur avendo superato gli 80 anni, potrebbe avere maggior efficienza di un cinquantenne sedentario.

Anche durante i ricoveri si dovrebbe favorire nell’anziano, l’attività fisica, perché altrimenti il recupero potrebbe essere decisamente più lento, con ulteriori conseguenze. Considerando che tra le prime dieci cause di mortalità mondiali il cuore è al primo posto e le malattie cerebrovascolari al secondo, si capisce quanto potrebbero essere importanti questi consigli degli esperti. Cosa fare, allora, per favorire questa attività fisica?

Ci sono varie soluzioni che una persona potrebbe scegliere, in base alle sue caratteristiche. La camminata veloce, ad esempio, è certamente uno sport adatto a tutte le età. Tra i suoi benefici, ci sarebbe quello di migliorare la funzionalità cardiovascolare, oltre a quella polmonare. Più di uno studio ha dimostrato come la camminata anche ad intensità moderata finirebbe per avere diversi benefici. Oltre al cuore, si ridurrebbe il rischio di ipertensione, così come si terrebbero a bada i livelli del colesterolo.

La scienza afferma che sarebbe semplice ridurre del 30% la mortalità anche praticando questi sport

C’è chi suggerisce che camminare tutti i giorni per 20 minuti abbia dei benefici per il cuore. Anche la corsa avrebbe i suoi vantaggi. Non a caso, i podisti hanno uno slogan che dice “run for your life”, corri per la tua vita. Correre farebbe abbassare pressione e frequenza cardiaca, quando si è allenati. Così come influirebbe su trigliceridi e colesterolo. Aumentando la richiesta di ossigeno, il carico di cuore e polmoni cresce di pari passo; in questo modo, circolazione e cuore sarebbero più efficienti.

L’importante è seguire delle regole di base quando si inizia a correre. Ovvero, gradualità è la parola d’ordine. Mai esasperare il nostro corpo, soprattutto se da tempo non lo sottoponiamo ad attività fisica. Rischieremmo l’effetto opposto, ovvero di infortunarci. L’ideale sarebbe alternare qualche minuto di corsa con la passeggiata veloce. E poi aumentare quando il nostro corpo ci dà il via libera. E, se abbiamo una certa età, sarebbe opportuno andare da un medico dello sport per fare una visita agonistica. In modo da scongiurare eventuali problemi a noi sconosciuti. Insomma, correre fa bene, ma se fatto nel dovuto modo.

Come abbiamo visto, la scienza afferma che sarebbe semplice ridurre il rischio di mortalità. Anche andare in bicicletta è una attività che dovremmo prendere in considerazione a questo scopo. Infatti il cuore migliorerebbe il consumo di acidi grassi. E a riposo la frequenza cardiaca sarà decisamente più bassa. E, come per camminata e corsa, andare in bici in modo regolare finirebbe per controllare il livello di trigliceridi, colesterolo e glicemia. L’orario migliore per andare in bici? La mattina, verso le 8:30-9. Un orario che è un compromesso, perché non impone di alzarsi all’alba, permette di fare colazione e di avere molte ore, durante la giornata, per il recupero.

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