Una delle tante domande che si stanno facendo le famiglie italiane in questo momento è: riprenderanno i nostri figli a fare sport collettivo? Obiettivamente non c’è ancora una risposta precisa da parte del Governo Conte. Stanno infatti riaprendo palestre e piscine, ma le autorizzazioni degli altri Sport, variano da regione a regione. Rimane comunque il dubbio che all’interno di tutti i decreti che si sono susseguiti in queste settimane, ci sia ancora una componente interpretativa troppo alta. Nello specifico, il riferimento va alla riapertura degli impianti sportivi con piastre polivalenti. E ancora, mentre si parla di riapertura del campionato di calcio, il gigantesco mondo degli amatori, dei dilettanti e dei bambini rimane nel caos. Dunque: la ripresa dello sport collettivo giovanile e amatoriale quando avverrà? Si chiedono milioni di famiglie italiane.
Si può riprendere, a patto che…
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Un bambino su tre in Italia gioca a calcio, tesserato in qualche squadra dilettantistica. Due adolescenti su tre hanno giocato, almeno un anno, in società sportive di discipline importanti, come calcio, pallacanestro e pallavolo. Lo sport in Italia conta quasi 5 milioni di tesserati, dati CONI alla mano. Altrettanti gravitano nelle federazioni amatoriali. Un italiano su tre, nella fascia 20-45 anni è tesserato in società amatoriali di calcio e calcio a 5. Eppure, risposte ancora non ce ne sono. O meglio: “Le società sportive dilettantistiche che riescano a garantire le normative governative di sicurezza possono riprendere”, così si evince alla voce Sport dell’ultimo Decreto Ministeriale.
Missione praticamente impossibile
Parafrasando la famosa serie definizione con protagonista Tom Cruise, riprendere lo sport per i bambini è praticamente una missione impossibile. Le distanze di sicurezza e l’utilizzo della mascherina sono il male minore per ottemperare alle normative. Ma, concedere sulla carta alle società la possibilità di ripartire, garantendo la presenza di un medico e la misurazione della febbre è ben altra cosa. Senza contare l’impossibilità di utilizzare al momento docce e spogliatoi, a meno che non si sanifichi con aziende di prodotti specifici a ogni cambio squadra. In un mondo, quello dilettantistico e amatoriale, già stretto nella morsa della crisi economica, questi provvedimenti sanno veramente di castelli campati in aria. La ripresa dello sport collettivo giovanile e amatoriale quando avverrà, senza paletti e restrizioni così rigide?
La fine di molte società
La chiusura di tante aziende, la mancanza gli incassi e sponsorizzazioni costringeranno moltissime società dilettantistiche a chiudere i battenti. Ciò vuol dire che centinaia di migliaia di ragazzini si troveranno a giocare per strada, senza più una società e dei colori di appartenenza. A questo punto dopo il dramma sportivo si rischia di arrivare anche a quello sociale. Stando alle previsioni, il 15 giugno potrebbe essere la data di riapertura delle attività ludico sportive di bambini e ragazzini. Milioni i genitori sperano a questo punto che i figli possano finalmente tornare ad allenarsi e giocare tutti insieme.