Dall’incontro con uno dei maggiori chef della Campania che fa tremare i migliori ristoranti giapponesi presenti in Italia e all’Estero, un’idea semplicissima per Capodanno a base di pesce freschissimo da cucinare in una manciata di minuti e leccarsi i baffi.
Vincenzo Ranieri titolare di un ristorante capace di rapire il cliente in un’atmosfera e un gusto difficilmente replicabili altrove, la peculiarità di “Hoshi Japanese fusion” è la rivisitazione della cucina cilentana in chiave nipponica. Oggi sarà anche ospite di Rai Uno all’interno di Linea Verde Life. Per cogliere l’occasione ci lasciamo consigliare come cucinare un piatto di pesce in pochissimo tempo e lasciare basiti i nostri ospiti.
La ricetta per gli incapaci di Capodanno che possiamo seguire tutti. Ci suggerisce un piatto facile e velocissimo?
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«Basta una spigola freschissima da preparare in padella o all’arrosto. Basta squamare la pelle cioè “grattarla al coltello” e porre alla brace per due-tre minuti oppure in padella calda con un pizzico d’aglio e una premuta di lime. All’interno basta un po’ di soia e in pochissimi minuti abbiamo un piatto eccezionale che grosso modo può contenere al massimo 200 calorie. Viene utilizzata anche nelle diete e delizia il palato. Inoltre è ricchissimo di proteine»
La peculiarità del Suo locale è la rivisitazione della cucina cilentana in chiave nipponica: da cosa nasce l’idea di questo sposalizio?
«Si tratta di un concetto nuovo. Un’attività di 6 anni dove presentiamo il primo sushi basato su una ricerca innovativa. Parliamo di un ristorante di sushi con fusion cilentani. Utilizziamo prodotti locali rivisitati in chiave giapponese. Ad esempio presentiamo una ricciola appena pescata con una marinatura di salsa ponzu, che è un classico giapponese realizzato con agrumi. Per realizzarla utilizziamo agrumi locali».
Come nasce questa idea?
«Io sono innamorato di questa terra. Ho pensato di vivere qui e volevo cercare di realizzare qualcosa di diverso e innovativo in base ai tempi correnti. Sono partito dal dato che il Cilento è ricco di paesi che mantengono ancora le loro tradizioni e ho pensato di puntare sulla cucina giapponese che si stava affermando molto puntando alla valorizzazione dei prodotti locali senza mai contaminare ma preservando quello che questa terra produce». Così dalla conversazione con Vincenzo Ranieri tiriamo fuori anche quella che potremmo definire la ricetta per gli incapaci di Capodanno. Per quanti con i fornelli proprio non ce la fanno ma non vogliono rinunciare ad una cena deliziosa oggi 31 dicembre.
La cucina giapponese è anche espressione di una cultura. Come ha avuto modo di conoscerla?
«Intanto è una mia passione. Poi quando ho iniziato a studiare a Milano, vivendo lì ho frequentato molti ristoranti giapponesi di un profilo molto elevato. Ho iniziato a scoprire un Mondo meraviglioso così ho iniziato a fare ricerche e mi sono fatto guidare da un caro amico. Poi mi sono affidato ad un chef eccellente. Anno dopo anno scopro sempre cose nuove. Ad esempio la filettatura giapponese è molto diversa da come la pensiamo noi. Loro il pesce lo accarezzano, è una sinfonia»
Abbiamo qualcosa in comune con a cultura nipponica, ci sono dei punti d’incontro?
«Premetto che oggi il 90% dei ristoranti italiani utilizza almeno un prodotto giapponese partendo dalla soia alla salsa ponzu. I giapponesi non si allontanano tanto dalla nostra cucina a livello di sapori e come noi teniamo molto al pescato, loro ancora di più. Cercano il prodotto freschissimo e la loro cucina è arte che parte già dalle tecniche di filettatura, per non parlare della preparazione del riso che è tutt’altro che banale»
La ristorazione si fa sempre più sofisticata, è anche una sfida continua perché la concorrenza è tanta…. In che modo pensate all’innovazione dei piatti?
«In zona fortunatamente al momento siamo leader e la nostra particolarità è nel movimento. Cioè ci muoviamo in base al pescato del giorno. Abbiamo un menù fisso e poi proponiamo il piatto del giorno in base a quello che troviamo dal nostro pescatore di fiducia. Quindi siamo un’evoluzione continua e costante»