Molti ritengono che il rialzo dei tassi dei mesi scorsi porterà probabilmente a una recessione economica nei prossimi mesi. Sarà così, oppure alcuni elementi remano a sfavore di questa ipotesi? Cosa dicono gli indicatori macroeconomici? Quali sono gli aspetti da non sottovalutare e perchè. Un’analisi semplice della situazione.
La recessione travolgerà i mercati del 2023? Nei mesi scorsi le Banche centrali dopo anni di tassi di interesse bassi o negativi, hanno iniziato ad alzare il costo del denaro. Nell’ultima riunione della Federal Reserve e della BCE, sia Powell che la Lagarde, hanno lasciato la porta aperta a nuovi rialzi dei tassi, e hanno anche ipotizzato “un atterraggio morbido dell’economia nei prossimi mesi”. Solitamente un ciclo economico oscilla fra tassi bassi/recessione, a man mano, tassi alti/espansione economica. La storia dice che non è detto che i tassi alti portino automaticamente a una recessione. Infatti da valutare ci sono alcuni aspetti: quando vengono alzati i tassi questi hanno un effetto negativo sulla crescita dell’economia e sugli utili della società?
La recessione travolgerà i mercati del 2023? Le probabilità
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Questo è un aspetto importante. Per il momento nessun indicatore predittivo indica elevate probabilità che nei prossimi mesi ci possa essere una recessione economica. Forse un mero rallentamento. Inoltre, per il momento i dati sull’occupazione, e altri dati macroeconomici, indicano che la crescita continua ad essere abbastanza sostenuta.
C’è però un elemento statistico a favore di una possibile recessione. In un decennio la probabilità che si verifichi una recessione è più alta fra il secondo e il terzo anno, e fra il settimo e l’ottavo. Si verifica recessione, quando il PIL di due trimestri consecutivi risulta negativo.
Dal 1945 al 2029, la recessione è durata in media 10,5 mesi.
Questa casistica ci fa rimanere in allerta, e ci farà valutare attentamente gli indicatori economici da ora in poi.
Cosa fanno i mercati nei prisùmi 3 anni del decennio?
I mercati tendono a muoversi prima del ciclo economico di almeno 6/9 mesi, e probabilmente la recessione (se ci sarà) eventuale dei prossimi mesi è già stata scontata. Quindi, in modo semplicistico, possiamo affermare che il minimo di lungo termine dei mercati tende a formarsi quando le cose vanno ancora male, ma all’orizzonte si inizia a intravedere una svolta, la luce in fondo al tunnel.
Il massimo invece, quando si inizia a intravedere che le cose potrebbero iniziare a peggiorare. Nei primi 27 mesi del decennio i mercati tendono a formare un bottom rilevante.
Questi elementi ci fanno essere ottimisti sul futuro dei mercati, e sul possibile andamento dell’economia dei prossimi mesi. Vedremo poi cosa accadrà.