Se il muro di Berlino è crollato, allargando gli orizzonti della democrazia, non si può dire lo stesso di altre zone del Pianeta. In particolare di una cicatrice presente all’interno dell’Europa, ovvero la diatriba tra Grecia e Turchia. Con l’espressione Questione di Cipro o questione cipriota si indica una serie di complesse tensioni che si sono verificate nell’isola di Cipro e che hanno visto protagoniste le comunità, la greco cipriota e la turco cipriota. Una situazione che, ancora irrisolta, ha portato alla divisione effettiva dell’isola. Il problema, recentemente, si è aggravato a causa della scoperta di enormi giacimenti di gas e petrolio nella zona. E purtroppo il mosaico non è ancora completo.
La diplomazia
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Infatti parallelamente al problema dettato dall’approvvigionamento di gas e soprattutto al rialzo delle quotazioni della materia prima, è nato il più delicato e complesso problema diplomatico. Grecia e Turchia, infatti, si trovano a dover rafforzare i rispettivi eserciti. Ma in questa fase, Ankara è un punto di snodo fondamentale nello scacchiere internazionale. Con la guerra tra Russia e Ucraina, infatti, paradossalmente la questione di Cipro torna alla ribalta.
Infatti la Turchia è un alleato importante per riuscire a sbloccare, e soprattutto a proseguire, non solo le trattative sul grano, ma anche quelle sui possibili colloqui di pace. Una metafora, quello dello scacchiere, non tanto lontana dalla realtà. Infatti le rivalse turche potrebbero rientrare anche nella questione riguardante il recente ingresso di Finlandia e Svezia in seno alla NATO. Ingresso che aveva ricevuto l’ok anche dalla Turchia sebbene dietro precise condizioni.
La questione di Cipro torna alla ribalta in un’Europa che si interroga sul futuro dell’energia
Intanto arriva la notizia secondo cui il 26 luglio a Bruxelles sarà convocato un incontro straordinario dei ministri dell’Energia dei Paesi dell’Unione. Al centro dei lavori, le misure da adottare per riuscire a risolvere la crisi energetica. Una crisi che potrebbe essere anche più vicina del previsto se, da come ha dichiarato il Presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen, l’Europa dovrà prepararsi ad un blocco delle forniture di energia in arrivo da Mosca. L’intenzione sarebbe quella di riuscire a creare un progetto che coinvolga direttamente tutti i 27 Stati membri evitando che ogni Paese crei una serie di provvedimenti in maniera autonoma. Il tutto ricordando gli enormi giacimenti presenti, come detto, proprio al largo delle coste cipriote.
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