La prova da fornire per ottenere l’assegno divorzile

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Quando si chiude il matrimonio si finisce sempre a discutere di questioni economiche. In particolare, spesso si tratta della spettanza e della quantificazione dell’assegno divorzile. L’articolo 5 della Legge sul divorzio prevede, infatti, che al coniuge economicamente debole spetti questo assegno periodico. La prima e più importante funzione di questo assegno è di tipo assistenziale. Infatti, la legge lo attribuisce all’ex coniuge che non abbia redditi sufficienti per proseguire una vita dignitosa. Oltre a questo, deve trovarsi nell’impossibilità oggettiva di lavorare o di cercare un impiego.

In passato, l’assegno divorzile aveva la funzione di riportare il coniuge economicamente debole al tenore di vita matrimoniale. Oggi questa funzione è assolta solo dall’assegno di mantenimento. Spesso questo tipo di contributi economici vengono confusi oppure utilizzati come sinonimi, in realtà sono molto diversi tra di loro. L’assegno di mantenimento, per figli e moglie nella separazione, prende a parametro il tenore di vita. Dunque, il principale criterio di determinazione sarà lo stile di vita precedente alla separazione.

Come si calcola l’assegno divorzile

L’assegno divorzile, invece, assume come funzione principale quella retributiva. Nel senso che la legge vuole tutelare l’ex coniuge che abbia rinunciato alla sua vita lavorativa in favore dell’altro. Rimanendo a casa, e occupandosi della famiglia, l’ex coniuge ha rinunciato alle sue aspirazioni lavorative. Sarebbe del tutto ingiusto che, a seguito del divorzio, debba sopportare enormi difficoltà economiche, pur avendo fatto la sua parte.

L’articolo 5 della Legge sul divorzio indica precisamente i criteri di determinazione dell’assegno, ad esempio la durata del matrimonio. La Cassazione, nel 2017, si è pronunciata riguardo la prova da fornire per ottenere questo assegno divorzile. Secondo i giudici quello che deve provare il coniuge economicamente debole è la impossibilità di autonomia economica. Secondo la Cassazione la prova del coniuge economicamente debole non è l’impossibilità completa di poter lavorare. Infatti, questa sarebbe una prova, in gergo definita, diabolica, nel senso che sarebbe estremamente difficile da fornire.

La prova da fornire per ottenere l’assegno divorzile

Secondo i giudici il coniuge economicamente debole può limitarsi a fornire indici di prova per ottenere l’assegno divorzile. Da questi indici, che possono riguardare la sua età, lo stato di istruzione, la sue esperienze lavorative passate, i giudici possono desumere la difficoltà di trovarsi un impiego. La Cassazione viene, dunque, incontro alle esigenze del coniuge economicamente debole. I giudici comprendono, infatti, la difficoltà oggettiva per l’ex coniuge di provare in astratto l’impossibilità assoluta di lavorare. Per questo prevedono questo regime agevolato di prova tramite presunzioni.

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