Quando è come si farà l’OPV di Poste Italiane?
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Il Ministero dell’Economia e delle Finanze (MEF) ha sospeso temporaneamente la procedura di vendita del 14% del capitale di Poste Italiane, inizialmente prevista per ottobre. Le ragioni includono il possibile aumento della quota destinata agli investitori retail, influenzato dalle dichiarazioni della Premier Meloni, che ha espresso l’intenzione di mantenere Poste Italiane in mani italiane, privilegiando i piccoli risparmiatori e i dipendenti dell’azienda. Un’altra motivazione dello slittamento riguarda la ricerca di investitori italiani stabili, come le Fondazioni bancarie, per coprire parte dell’offerta istituzionale. Il governo sta valutando di coinvolgere le Fondazioni bancarie in questa operazione, con un investimento complessivo di circa 150-200 milioni di euro, per formare un nucleo di azionisti nazionali. Equita ipotizza che, anche per il pagamento del dividendo intermedio di Poste il 20 novembre, l’offerta potrebbe slittare a dicembre o addirittura al 2025.
L’obiettivo dell’operazione, che genererebbe per il Tesoro oltre 2,4 miliardi di euro, è stato rinviato per analizzare modalità e tempistiche di vendita, con alcune previsioni che vedono come possibile data ultima la prima decade di dicembre. Tuttavia, un ulteriore slittamento al 2025 resta una possibilità. Attualmente, lo Stato detiene il 64,2% del capitale di Poste, di cui il 35% tramite Cassa Depositi e Prestiti e il 29,2% direttamente.
Le previsioni degli analisti sui conti del terzo trimestre
La prossima settimana molte grandi aziende del Ftse Mib presenteranno i risultati del terzo trimestre: il punto su Poste Italiane secondo l’analisi grafica
Secondo i principali indicatori dell’analisi tecnica classica, la tendenza in corso è rialzista. Solo una chiusura settimanale inferiore a 12,7 € potrebbe favorire una ripresa del ribasso. In contrario le quotazioni potrebbero continuare a salire
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