La pianta dei suicidi, l’ortica più pericolosa e velenosa al Mondo

ortica

È una delle piante più pericolose al Mondo. Sembra un’ortica gigante, caratterizzata da grandi foglie cuoriformi, della lunghezza di circa 20 centimetri ed è comune nelle aree della foresta pluviale del Nord Est dell’Australia. Anche se si tratta di una pianta piuttosto rara, le autorità locali ogni anno provvedono a limitare i possibili incidenti. Gli hanno attribuito nomi diversi: gympie gympie, stinging brush, gympie stinger e tanti altri, ma il nome che ci fa comprendere bene la sua pericolosità è: la pianta dei suicidi, the suicide plant.

La pianta dei suicidi, l’ortica più pericolosa e velenosa al mondo ha le foglie ricoperte da aculei morbidi, ma sottili e pungenti. Se toccati si infilano sotto la pelle rilasciando una neurotossina molto pericolosa, che interviene sul sistema nervoso facendo accusare dolori forti e duraturi.
La sensazione che si prova dopo essere stati punti è quella di un fortissimo bruciore, che raggiunge il massimo dopo una mezz’ora dal contatto.
Il dolore dura uno o due giorni e si può ripresentare nel tempo. Ogni volta che la zona interessata viene toccata, oppure entra a contatto con acqua calda o fredda.

Ecco la pianta dei suicidi, l’ortica più pericolosa e velenosa al Mondo

Un recente studio pubblicato sulla rivista scientifica Science Advances ha studiato gli effetti di questa pianta e ha indicato alcuni rimedi.
Per diminuire il dolore provocato dagli aculei, i medici suggeriscono di applicare sulla parte lesa dell’acido cloridrico e di togliere gli aculei con una semplice striscia di ceretta.
Questo intervento deve essere eseguito scrupolosamente per avere la certezza che gli aculei estratti siano intatti.
Negli anni 90 la dottoressa Marina Hurley si dedicò per diversi anni, allo studio di questa pianta.

Si racconta, che durante questo periodo, la dottoressa ricevette la lettera dell’ufficiale Cyril Bromley il quale raccontava che, durante un’esercitazione militare fu punto proprio da questa pianta.

L’ufficiale descriveva le successive settimane di cura a cui fu sottoposto, come le più dolorose della sua vita.
Numerose sono le leggende che narrano di storie angoscianti, secondo le quali la puntura di questa pianta avrebbe spinto uomini e animali al suicidio.

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