La pensione per i nati dal 1965 al 1980 da 3 a 6 anni più tardi

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Grandi novità arrivano dall’INPS per quanto riguarda i soggetti nati tra il 1965 e il 1980. Chi è nato nel 1965 ha qualcosa come 57 anni di età. In un paese normale forse, questo soggetto dovrebbe essere ormai vicino alla pensione. Soprattutto per chi ha carriere abbastanza lunghe la pensione non dovrebbe essere lontana. Invece stando alle regole di oggi con la pensione di vecchiaia ordinaria, chi ha 57 anni potrebbe trovarsi ancora dinnanzi a dieci anni di lavoro da svolgere prima del meritano riposo. E lo stesso vale per chi si trova ancora a diversi anni di distanza dai 42 anni e 10 mesi della pensione anticipata ordinaria.

Anche se ancora lontane le date del pensionamento, un rapporto dell’INPS presentato al Parlamento mette in luce gli scenari futuri di quelli che nel rapporto vengono definiti i lavoratori della generazione X. E sono scenari non certo positivi per chi è nato tra il 1965 ed il 1980.

La pensione per i nati dal 1965 al 1980 da 3 a 6 anni più tardi

È stato direttamente il presidente dell’INPS Pasquale Tridico a presentare il rapporto da cui si evincono gli scenari previdenziali futuri per un’intera generazione di italiani. I soggetti nati tra il 1965 e il 1980 sono i primi lavoratori che hanno avuto direttamente a che fare con le varie riforme del sistema previdenziale e lavorativo, nessuna esclusa. Sono coloro che hanno iniziato ad avere a che fare con il lavoro precario introdotto da Jobs Act, nonostante si parlasse di flessibilità lavorativa. E sono quelli su cui si abbatterà in maniera più radicale il sistema contributivo delle pensioni.

Una carriera lavorativa flessibile ma precaria. Come quella a cui sono assoggettate le persone appartenenti a questa generazione, producono dei versamenti di contributi flessibili ma altrettanto precari. In pratica si va sempre più assottigliando il montante contributivo dei lavoratori. Meno soldi versati per la pensione futura che uniti ad un calcolo più penalizzante della prestazione aprono a scenari allarmanti. Nel report dell’INPS infatti viene fuori che un soggetto nato nel 1980 si troverà a dover lavorare tre anni in più di chi è nato nel 1964. Tre anni di lavoro in più per andare in pensione e soprattutto per percepire la stessa somma che percepisce chi è nato prima. Se il soggetto nato nel 1980 è donna la situazione cambia ancora. Questa per percepire la stessa pensione di chi è nato nel 1964, dovrà lavorare quasi 6 anni in più.

Cosa accade ai lavoratori della cosiddetta generazione X

La pensione per i nati dal 1965 al 1980 è un rebus. L’INPS sottolinea che la situazione migliorerebbe se si introducesse il tanto discusso salario minimo da 9 euro ad ora. A 65 anni di età con 30 anni di contributi e salario minimo, il lavoratore avrebbe la garanzia di un assegno di 750 euro al mese. Non certo una cifra rilevante, ma pur sempre superiore all’attuale trattamento minimo previsto dall’INPS. Le simulazioni dell’INPS dimostrano come allo stato attuale delle cose, i nati tra 1965 e 1980, saranno i primi a subire un duro colpo proprio a livello pensionistico. Si tratta di quei lavoratori che avendo meno di 18 anni di contributi versati prima del 1996, godono del calcolo misto solo fino al 31 dicembre 1995.

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