Uno dei fenomeni che interessa il mondo del lavoro in Italia è senza dubbio il sommerso. Molti sono, infatti, i lavoratori che scelgono di lavorare in nero per ricevere uno stipendio più alto. Ma sono moltissimi anche i datori di lavoro che preferiscono non mettere in regola i propri collaboratori. Questo per pagare meno tasse e non versare i contributi. Anche se in questi casi sono previste anche delle pesanti sanzioni, non si riesce ad estirpare il lavoro sommerso nel nostro Paese. Ma i rischi non sono solo a livello di sanzioni visto che la pensione per chi ha lavorato molti anni senza versare contributi potrebbe non arrivare mai.
Pensioni per chi lavora in nero
Indice dei contenuti
Il problema principale per chi lavora in nero, oltre all’evasione delle tasse sul reddito, è rappresentato dalla pensione. I contributi, solitamente, li versa il datore di lavoro quando il dipendente ha un contratto di lavoro. Con il lavoro sommerso, di conseguenza, non c’è versamento contributivo. Questo, in giovane età, può sembrare un vantaggio (magari si riesce a guadagnare di più essendo meno costoso per il datore di lavoro).
Ma in realtà non lo è perché non si accantona nulla per la vecchiaia. Lo stesso problema si presenta per chi svolge lavoretti saltuari con ritenuta d’acconto (nel limite dei 5.000 euro annui). In questo caso, infatti, le tasse sul reddito sono pagate, ma i contributi non spettano. Di fatto queste tipologie di lavoratori potrebbero arrivare al compimento dei 67 anni senza avere diritto a nulla. Niente pensione, niente assegno sociale. Ma cerchiamo di capire perché.
La pensione per chi ha lavorato molti anni in nero potrebbe non esserci
La pensione a 67 anni spetta solo a chi ha versato almeno 20 anni di contributi. Certamente si possono versare anche i contributi volontari. Ma per chi non ha almeno 5 anni di contributi effettivi versati l’autorizzazione al versamento volontario non è concessa. Non ci si può, quindi, costruire una pensione se non si versano almeno un po’ di contributi effettivi.
Se si arriva ai 67 anni senza i 20 anni di contributi l’unica alternativa di pensionamento resta a 71 anni. Ma solo se tutti i contributi versati si trovano nel sistema contributivo. Ovvero siano stati versati dopo il 1995. Altrimenti si può provare a chiedere l’assegno sociale. Ma in questo caso è bene sapere che non spetta a tutti. Per averlo bisogna versare in stato di bisogno. E rispettare determinati requisiti reddituali. Se si possiedono, ad esempio, diversi immobili il beneficio non spetta. Così come nel caso si abbia un coniuge con reddito da lavoro o da pensione.
Bisogna pensare alla vecchiaia
Bisogna, quindi, fare attenzione e iniziare a pensare alla propria vecchiaia fin da giovani costruendosi una pensione. Se non quella obbligatoria almeno una privata.
Lettura consigliata
Quando non bastano i 67 anni per andare in pensione di vecchiaia ci possono essere altre soluzioni