La pensione minima di 524 euro che viene riconosciuta con la reversibilità  e con il trattamento di vecchiaia spetta anche con queste misure

pensione

La pensione minima molto spesso viene fraintesa. O meglio, erroneamente si crede si tratti di una pensione che spetta a tutti, indipendentemente dai contributi versati. Non è così, visto che si tratta di una integrazione ad una misura di cui si è già titolari. Il trattamento che spetta a prescindere dai contributi, infatti, è l’assegno sociale a 67 anni. Ma per averne diritto non solo è necessario avere redditi personali molto bassi, ma anche che il reddito del coniuge sia nei limiti.  Ma, quindi, la pensione minima che viene riconosciuta cosa è e quando spetta? Si tratta, come abbiamo detto di una integrazione e viene riconosciuta quando l’assegno percepito è al di sotto di una determinata soglia. E quando i redditi familiari e coniugali restano al di sotto di determinate soglie.

Esempi concreti

L’ordinamento previdenziale comprende questa specifica tutela, l’integrazione al trattamento minimo. Ovvero un’innalzamento della pensione spettante se è più bassa di 524 euro. In questo caso, se si rispettano i limiti di reddito previsti, l’importo spettante arriva fino a 524 euro mensili per 13 mensilità l’anno.

Facciamo un esempio: se una pensionata sola ha un assegno mensile di 400 euro e se i suoi redditi sono nei limiti, riceverà un aumento del trattamento i 124 euro. Integrando la sua pensione e portandola a 524 euro mensili lo Stato, quindi, le garantisce un minimo vitale. Allo stesso modo, se la vedova che prende 400 euro ha un marito con una pensione di 1.200 euro al mese, l’integrazione non spetta. Determinante, quindi, non è solo il reddito personale ma anche quello dell’eventuale coniuge.

La pensione minima di 524 euro che viene riconosciuta con la reversibilità  e con il trattamento di vecchiaia spetta anche con queste misure

La pensione minima, diversamente da quello che si può credere, spetta su molti trattamenti previdenziali e non solo sulla pensione di vecchiaia. Anche se un lavoratore, infatti, decide di accedere alla pensione anticipata e riceverà un importo basso, l’integrazione spetta.

L’aumento della pensione a 524 euro spetta, quindi, sulla pensione di vecchiaia e su quella di reversibilità Ma anche su quasi tutte le pensioni anticipate. Fanno eccezione le pensioni liquidate con il sistema contributivo puro. Per chi, quindi, ha iniziato a lavorare solo a partire dal 1996 o successivamente, questa tutela non è prevista. Così come non è prevista per chi esercita l’opzione al contributivo o utilizza il computo nella Gestione Separata  INPS.

Unica eccezione a questa regola che riguarda le pensioni contributive è rappresentata dall’Opzione donna. Le donne che scelgono questo tipo di pensionamento, infatti, hanno diritto all’integrazione al minimo. Questo perchè l’Opzione donna solo per il calcolo dell’assegno si rifà interamente al calcolo contributivo. Per il resto, infatti, resta una pensione che rientra nel sistema misto.

Riassumendo, la pensione minima spetta per:

  • pensione di vecchiaia;
  • pensione anticipata ordinaria;
  • assegno ordinario di invalidità;
  • pensione di reversibilità o indiretta;
  • pensioni anticipate in deroga;
  • Opzione donna.

L’integrazione non spetta per chi:

  • ha contributi solo a partire dal 1996;
  • ha optato per l’opzione contributiva;
  • sceglie il computo in Gestione Separata.

Approfondimento

Ecco quali lavoratori hanno diritto alla pensione minima di 524 euro al raggiungimento di questa età e a chi invece non spetta

Consigliati per te