Viene ripetuto spesso che la pensione di vecchiaia spetta con 20 anni di contributi al compimento dei 67 anni. Ma non sempre è così, visto che ci sono deroghe che permettono al lavoratore di accedere anche con meno anni di contributi. Può capitare, infatti, che la vita lavorativa venga interrotta per motivi personali o di salute. O semplicemente perchè dopo un licenziamento non si riesca più a trovare altra occupazione. La pensione arriva con 15 anni di contributi in alcuni casi specifici previsti dalla normativa.
Come valorizzare le carriere discontinue ai fini della pensione
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Molti sono i lavoratori che non hanno continuità contributiva. Si prendano, ad esempio, i precari della scuola che per periodi anche molto lunghi versano contributi solo per una parte dell’anno. O i lavoratori stagionali che lavorano 4 o 5 mesi l’anno. In molti casi questi lavoratori continuano con le loro carriere precarie e discontinue anche per decenni. A discapito della pensione, si potrebbe pensare. Visto che i periodi di vuoto contributivo, sicuramente, non fanno bene al calcolo dell’assegno. E a volta impediscono anche di accedere al trattamento.Ma non sempre è così.
La Legge Amato del 1992, infatti, prevede 3 deroghe che permettono l’accesso alla pensione con soli 15 anni di contributi. Ed una di queste è dedicata proprio alla valorizzazione delle carriere discontinue.
La pensione arriva con 15 anni di contributi per chi ha avuto carriere precarie e discontinue, ecco perchè
La terza deroga prevista dalla Legge Amato consente, al ricorrere di determinati requisiti, ai lavoratori discontinui di accedere alla pensione con 15 anni di contributi. Sempre al compimento dei 67 anni, visto che si tratta pur sempre di un trattamento di vecchiaia. Vediamo quali sono i requisiti che servono per fruire del beneficio:
- occorre un’anzianità contributiva di almeno 25 anni (il primo contributo versato almeno 25 anni prima del pensionamento);
- è necessario avere versato almeno 15 anni di contributi;
- almeno per 10 anni la contribuzione versata non deve essere sufficiente a coprire le 52 settimane di contributi.
Si tratta, quindi, di una possibilità che consente a coloro che per diversi anni hanno avuto carriere discontinue di poter accedere alla pensione di vecchiaia. Anche se non hanno raggiunto i 20 anni di contributi minimi che la misura in questione richiede. La pensione, così raggiunta, può essere integrata al trattamento minimo garantendo, tra l’altro, un minimo vitale di 525 euro mensili per 13 mensilità.
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