La pensione a 65 anni nel 2022 non è un miraggio e ci sono 4 strade offerte dall’INPS a questi soggetti

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Non si può parlare di pensione anticipata, perché a 65 anni mancano solo due anni all’età pensionabile canonica. Dopo anni di lavoro, però, è possibile che una persona sia già stanca e desiderosa di smettere di lavorare e le occasioni che un lavoratore può sfruttare per andare in pensione al compimento dei 65 anni di età sono diverse.

La pensione a 65 anni nel 2022 non è un miraggio e ci sono 4 strade offerte dall’INPS a questi soggetti

Un lavoratore che ha iniziato a lavorare intorno ai 20 o 21 anni di età ed ha avuto la fortuna di avere una carriera ininterrotta, può a tutti gli effetti andare in pensione già adesso a 65 anni. La misura che lo consente si chiama pensione anticipata ordinaria. Servono, infatti, 42 anni e 10 mesi di contributi per gli uomini e 41 anni e 10 mesi di contributi per le donne.

A determinate condizioni e rientrando in determinate categorie, anche la Quota 41 è una misura che calza a pennello per questo genere di lavoratori. Dal momento che senza distinzione di genere, i lavoratori possono accedere a questo scivolo con 41 anni di contributi, è evidente che anche alcune interruzioni della carriera possono essere ammesse. In questo caso, però, il lavoratore deve aver iniziato a lavorare prima del compimento dei 19 anni di età. Almeno uno dei 41 anni di contributi necessari deve essere stato versato, anche discontinuamente, prima dei 19 anni di età.

A 65 anni in pensione

L’INPS offre la pensione a 65 anni nel 2022 anche per il tramite dell’APE sociale. Per chi svolge una delle tante attività di lavoro gravoso previste, è necessario maturare 36 anni di versamenti. Solo per edili e ceramisti bastano 32 anni. Ancora di meno, poi, sono i contributi che un lavoratore deve maturare se si trova nella condizione di essere disoccupato, invalido o caregiver.  Infatti, per l’APE sociale il lavoratore che rientra in queste categorie deve completare 30 anni di carriera.

65 anni è l’età giusta anche per la pensione anticipata contributiva per la quale bastano solo 20 anni di contribuzione.  Ma è una misura che si applica solo a chi ha iniziato a lavorare dopo il 31 dicembre 1995. Una condizione, questa, che è piuttosto difficile da realizzarsi. I nati nel 1957, infatti, per rientrare nella pensione anticipata contributiva, devono aver iniziato a lavorare dopo i 38 anni di età. Resta una possibilità piuttosto indicata per le donne nate dal 1957 in poi.

Per le donne

È proprio per le donne esistono altre due vie che a 65 anni possono garantire il pensionamento. La prima è “opzione donna” per chi ha completato i 35 anni di contributi entro il 31 dicembre del 2021. Notevole, poi, anche il vantaggio per chi ha una invalidità pensionabile pari o superiore al 80%. In questo caso il lavoratore potrà andare in pensione con solo 20 anni di contributi versati. La misura si rivolge sia agli uomini che alle donne.

Infine, il lavoratore che ha svolto per gran parte della carriera un lavoro usurante o notturno, può sfruttare a 65 anni anche il relativo scivolo usuranti. I contributi che vanno versati in questo caso sono pari a 35 anni.

Approfondimento 

Anche senza 20 anni di contributi andranno in pensione subito o nel 2023 questi lavoratori a cui bastano 18 o 19 anni di lavoro

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