È una gioia per qualsiasi famiglia la nascita di un figlio o una figlia. È altrettanto vero però che guardare al futuro quando si mette al Mondo un bambino e uno dei problemi che le famiglie si fanno. Lo dimostra il fatto che le nascite sono scarse. Infatti negli ultimi anni la natalità in Italia è calata sensibilmente. I figli costano e forse per questo se ne fanno di meno. Questo lo Stato lo sa e non lesina misure a sostegno della nuova genitorialità. Ci sono alcune misure molto conosciute, altre meno, ma in linea di massima lo Stato viene incontro alle famiglie che decidono di aumentare la prole. Si parte come al solito dai congedi di maternità, che adesso iniziano ad estendersi anche al padre e non solo alla madre.
La maternità anche al padre tra congedo parentale facoltativo e obbligatorio
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Soprattutto per i genitori lavoratori ci sono concrete agevolazioni quando si diventa padre o madre. Per la maternità anche al padre, non mancano le misure. E per i genitori lavoratori queste misure sono superiori a quelle dei genitori che non lavorano. Agevolazioni che col tempo sono cresciute diventando più cospicue rispetto al passato. Molto dipende dalle nuove direttive europee, quelle che da sempre mirano ad equilibrare la vita lavorativa con quella della famiglia soprattutto in presenza di minori.
Il sostegno per le madri, da sempre attivo in Italia, soprattutto per le madri lavoratrici, non è l’unico. Infatti ci sono adesso sostegni anche per i papà. Ciò che cambia rispetto al passato e che mentre prima i vantaggi sotto forma di congedi per il papà erano quasi tutti facoltativi, adesso ci sono dei congedi che un papà è obbligato a sfruttare. In buona sostanza il ruolo del genitore maschio è andato ad equipararsi, anche se con le dovute differenze vista l’importanza, al ruolo della madre.
I congedi retribuiti per chi diventa padre
Fare più assenze senza perdere parte della retribuzione e restare a casa di più con i propri figli è quello che adesso viene concesso anche ai papà. Questi ultimi infatti hanno la possibilità di godere di 10 giorni di congedo a retribuzione piena. Questo congedo il padre deve prenderlo nel periodo intercorrente tra i due mesi antecedenti la data del parto e i cinque mesi successivi alla nascita. Per parti gemellari queste possibilità raddoppiano. Inoltre il padre deve fruire del congedo non necessariamente in forma continuativa.
Il congedo quindi può essere frazionato sempre nello stesso periodo prima e dopo il parto. Va sottolineato il fatto che lo stipendio resta invariato. Infatti la retribuzione è garantita al 100%. Una particolarità questa che non cambia nel caso di presenza nel nucleo di una madre lavoratrice che ha già sfruttato e goduto del medesimo trattamento in forza della sua maternità indennizzata e dei suoi congedi parentali facoltativi e obbligatori. Un netto vantaggio questo che si aggiunge alle tante misure oggi previste per le famiglie con figli.
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