Il dibattito previdenziale dell’ultimo periodo è caratterizzata soprattutto dalla flessibilità in uscita. Soprattutto le parti sociali ricercano una cancellazione della Legge Fornero per rendere più semplice il pensionamento. Per togliere tutte le rigidità che, attualmente, la previdenza italiana comporta. Ma quello di cui non tutti tengono conto è che le pensioni, in Italia, stanno vivendo, ormai da 1996, una sorta di transizione. Il passaggio dal sistema retributivo a quello contributivo. Una transizione che dovrà durare ancora qualche anno e che, quindi, non può essere annullata solo abolendo una riforma. La Legge Fornero già mette in conto una flessibilità in uscita. Flessibilità attuabile solo alla fine del periodo di transizione. Ma cerchiamo di capire meglio.
La Legge Fornero e la transizione in corso
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Il passaggio da un sistema di calcolo all’altro terminerà solo quando tutti i pensionati si troveranno nel solo sistema contributivo. Questo significa che il passaggio sarà concluso solo quando l’ultimo lavoratore che ha iniziato a versare contributi prima del 1996 sarà andato in pensione. Secondo alcune stime dovremo attendere i primi anni del prossimo decennio.
A quel punto, quando ci sarà solo il sistema contributivo, si potrà andare in pensione anche molto prima rispetto a ora. Ma sempre con un occhio attento puntato sull’importo dell’assegno, per evitare che ci siano pensionati “poveri”. E che lo stato debba intervenire con prestazioni assistenziali per garantire il minimo vitale.
La Legge Fornero già mette in conto una pensione a 63 anni, ma non da subito e neanche aperta a tutti
Solo quando tutti i lavoratori ricadranno nel sistema contributivo sarà possibile garantire una flessibilità in uscita senza costi per le casse dello Stato. Il sistema contributivo, infatti, è come una sorta di salvadanaio che restituisce un assegno calcolato solo sui contributi versati. Meno si versa e più l’assegno sarà basso. La flessibilità in uscita, quindi, che anche la Legge Fornero mette in conto non sarà per tutti. Si dovrà imporre un limite minimo sull’importo della pensione. E di fatto, l’anticipo, non sarà aperto a tutti, ma solo a coloro che, versando contributi più alti, riusciranno ad avere una pensione superiore al limite imposto.
Questo per dare in modo di evitare che lo Stato debba intervenire sulle pensioni più basse. Perché con questo sistema il rischio dell’anticipo è quello di un importo troppo basso. A quel punto introdurre una pensione che permetta l’accesso anche a 63 anni non sarà un problema. Proprio per questo motivo prima che la transizione sia finita non si potrà sperare in una riforma strutturale delle pensioni. La Legge Fornero, infatti, ha lo scopo proprio di traghettare le pensioni da un sistema all’altro. E difficilmente sarà cancellata prima che il passaggio sia concluso.
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