Novità importanti in arrivo per i lavoratori che potranno andare in pensione con alcune nuove misure nel 2023. Oltre agli strumenti classici e a quelli ordinari, ci sono nuove misure e nuove possibilità. Ma molto dipende dalla data di nascita di ogni lavoratore. Infatti è proprio dalla data di nascita che dipende il pensionamento. Uno dei fattori fondamentali è questo requisito, che per la maggior parte delle misure pensionistiche, è importante quanto la carriera lavorativa e quindi contributiva.
La guida alle nuove pensioni per i nati nel 1961
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Chi è nato nel 1961 è il principale interessato della nuova pensione a partire dai 62 anni di età. Si tratta evidentemente della nuova Quota 103. Per i nati nel 1962 niente da fare, nonostante inizialmente sembrava che l’età di partenza delle nuove misure dovesse essere fissata a 61 anni. Saltata quella misura flessibile di cui tanto si parlava, che avrebbe permesso il pensionamento con una nuova Quota 100 o Quota 102 flessibile. Il Governo della Premier Giorgia Meloni ha virato verso una Quota 103 che flessibile non lo è.
Per avere accesso alla Quota 103 infatti, oltre ai 62 anni che sono l’età minima prevista, servono 41 anni di contributi versati. Di questi, 35 anni devono essere effettivi da lavoro. In pratica devono essere neutri da contributi figurativi di malattia e disoccupazione. E poi ci sarebbe da fare i conti con una finestra mobile che dovrebbe essere di 3 mesi nel settore privato e di 6 mesi nel settore pubblico. Inoltre, come per le misure per quotisti che hanno preceduto la Quota 103, cioè Quota 100 e Quota 102, vige il divieto di cumulo dei redditi derivanti da queste pensioni con i redditi derivanti da lavoro. L’unica eccezione era e continuerà ad essere il lavoro autonomo occasionale fino a 5.000 euro annui.
Alternativa alla Quota 103, ecco cosa resta nel sistema
In pensione con Quota 103 apre a diverse possibilità. Oltre a chi ha 62 anni, potranno lasciare il lavoro quelli con 63 anni di età compiuti nel 2023. Cioè i nati nel 1960. Ma resta fisso il limite dei 41 anni di contributi. E potranno anticipare, anche se non di molto, la pensione i nati nel 1959, 1958 e 1957.
Rispetto a questa misura, le uniche alternative che sembrano essere vantaggiose sono quelle destinate ai contributivi puri e ai riconosciuti invalidi all’80%. La guida alle nuove pensioni per il 2023 non può prescindere dal ricordare la pensione a 64 anni con 20 anni di contributi per chi ha iniziato a versare dopo il 31 dicembre 1995 (ma con pensione pari a 2,8 volte l’assegno sociale). E non si può non ricordare la pensione a 61 anni per gli uomini ed a 56 anni per le donne con 20 anni di contributi e invalidità pensionabile all’80% almeno.