Pelliccia sì o no: vegana artificiale, oppure naturale ma con filiera certificata conto i maltrattamenti. Il mondo della moda è diviso e fioccano le prese di posizione dall’una e dall’altra parte. Ecco cosa sta succedendo, lo riferisce la Redazione Attualità di ProiezionidiBorsa.
Le case di moda fur free
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Da una parte aumenta l’esercito di case di moda “fur free”, che non usa le pellicce. Anche il Gruppo Kering ha annunciato questa scelta nelle ultime ore, unendosi a case di moda come Gucci, Michael Kors, Versace, Balenciaga, Chanel e Prada. Gucci ha sostituito le giacche di pelliccia con quelle di piume di struzzo e marabù che offrono un effetto simile ma non richiedono l’abbattimento di animali. In questi giorni Sophia Loren, che fu una famosissima testimonial per una maison di pellicce, si fa vedere con addosso la pelliccia vegana Kora di Ecopel.
Rosita protesta con la volpe scuoiata
Intanto Rosita Celentano si è presentata in Piazza del Duomo a Milano durante la Fashion Week due giorni fa per protestare contro le pellicce. Ha voluto spaventare i passanti con in mano una volpe scuoiata. Per lanciare un allarme efficace a favore di PETA, l’associazione contro l’uso delle pellicce nella moda. “Chiedo alla Camera nazionale della moda italiana” ha detto l’attrice ”di mettersi al passo coi tempi. Di attuare una misura volta a bandire le pellicce dalla Milano Fashion Week”.
Stop alle pellicce
La guerra delle pellicce lambisce anche la Milano Fashion Week. Circa l’85% delle pellicce provengono da allevamenti non certificati. L’organizzazione per i diritti degli animali fa notare che le settimane della moda di Amsterdam, Helsinki, Melbourne e Oslo si rifiutano di presentare capi di pelliccia in passerella. Anche la London Fashion Week e la Stockholm Fashion Week 2020 hanno eliminato le pellicce dagli eventi. Ma in Italia la presa di posizione è difficile perché nel Bel Paese la pellicceria ha una grande reputazione e tradizione, ci sono centinaia di concerie che lavorano pellicce e pelli.
Lvmh sceglie la filiera certificata
Intanto, sul fronte opposto nasce un progetto sviluppato dall’International Fur Federation (IFF), con il contributo del Gruppo Lvmh e di molti brand della moda e della pellicceria. Prende il via Furmark: si tratta di un sistema internazionale di certificazione e tracciabilità. Si presenta in grado di garantire al consumatore che la pelliccia che sta acquistando è stata prodotta rispettando gli standard del benessere animale e di impatto ambientale.
La guerra delle pellicce lambisce anche la Milano Fashion Week
Il 70% di un panel internazionale di 5mila persone, coinvolto in una ricerca commissionata da IFF a Mitchla Marketing, si dice «aperto» all’acquisto di collezioni di designer e marchi che utilizzano la pelliccia naturale. La maggioranza (65%) ha accolto positivamente Furmark. Il 56% del campione afferma che questa certificazione cambia molto positivamente o positivamente la propria visione della pelliccia naturale.