L’ultimo G20 di Nuova Dehli produce un importante progetto di connessione digitale tra India ed Italia. La geopolitica dei cavi sottomarini: ecco come prende forma l’Indo-Mediterraneo
Dall’ultimo G20 di Nuova Dehli arriva un grande progetto di connessione digitale tra Asia ed Europa. Il progetto ha un notevole valore strategico, che coinvolgerà anche l’Italia. La denominazione del progetto, Blue & Raman submarine cable system, forse non dirà molto ai lettori ma si tratta di un importante infrastruttura digitale, che a breve collegherà il Mediterraneo con l’Indo-pacifico.
L’idea di questa futura autostrada digitale nasce nel più ampio quadro del c.d. IMEC, ossia il corridoio infrastrutturale India-Medio Oriente-Europa, approvato nel comunicato conclusivo dello scorso G20 tenutosi recentemente a Nuova Dehli. Questo corridoio prevede infatti che, accanto ad una linea marittimo-ferroviaria e ad una parallela rete energetica, vi sia anche un cavo internet sottomarino per connessioni digitali ultraveloci.
Il pivot to Asia dell’Amministrazione Biden
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Dietro questa strategia, che si serve delle infrastrutture come arma di pressione e di influenza geopolitica e geo-economica, ci sono gli USA. Con questa mossa, l’Amministrazione Biden vorrebbe prendere non due, ma ben tre piccioni con una fava.
Anzitutto contrastare la postura espansiva della Cina che con la Belt and road initiative, meglio nota come progetto per le “nuove vie della seta”, cerca di stabilire una presa sull’Eurasia. In secondo luogo, gli USA stanno cercando in tutti i modi di ancorare il gigante indiano all’Occidente tramite progetti di cooperazione commerciale, militare ed infrastrutturale per sottrarla al multipolarismo in salsa Brics. Infine, ma non meno importante, il coinvolgimento nel corridoio IMEC di Arabia Saudita, Giordania ed Israele punta, nel medio periodo, a disinnescare la crisi mediorientale e ad avvicinare Tel Aviv e Ryadh, i due storici contendenti della regione. Da notare come il passaggio del sistema di cavi bypassi completamente l’Egitto, considerato altamente instabile a livello geopolitico.
La geopolitica dei cavi sottomarini come asset strategici nel Mediterraneo
L’eventuale ed auspicabile realizzazione di queste nuove infrastrutture digitali, basate su cavi sottomarini che vadano dal sub-continente indiano fino al cuore del Mediterraneo, assume una straordinaria rilevanza per l’Italia. In particolare, la futura connessione digitale indo-mediterranea si comporrebbe di due rami: uno meridionale, detto Raman System, ed uno settentrionale detto Blue System.
Quest’ultimo però si aggancia ad un cavo sottomarino tutto italiano, il Blue Med che già connette Palermo con Genova e poi il capoluogo ligure con il resto d’Europa, via Milano. Proprio agli inizi del mese di settembre, l’azienda Sparkle, facente parte del Gruppo Tim, ha annunciato l’attivazione dei primi servizi commerciali sulla dorsale che corre sotto il Mar Tirreno fino a raggiungere il Sicily Hub, presso Palermo.
Ma quest’ultimo hub è uno snodo fondamentale del Mediterraneo, in grado di ospitare già 18 cavi internazionali per la trasmissione dati internet. Così pure la Genova Landing Platform, in località Lagaccio, è stata progettata per accogliere il cavo indo-mediterraneo Blu&Raman system. Altro interessante elemento, da tenere in considerazione, è il fatto che la dorsale Blue Med Genova-Palermo presenti una rilevante connotazione di partnership-pubblico privato: si registra infatti la collaborazione tra l’italiana Sparkle, del Gruppo Tim, ed il gigante mondiale del web Google.
La nuova centralità dell’infrastruttura italiana è garantita dal processo in corso di scorporo della rete da Tim per trasferirla al fondo USA KKR. Il nuovo assetto prevede una NetCo, proprietaria della rete, a controllo USA-Italia; e una ServiceCo focalizzata esclusivamente sulle operazioni di telefonia in concorrenza con gli operatori telefonici sulla rete unica nazionale.
Dall’Indo-pacifico all’Indo-mediterraneo
In termini geopolitici l’operazione Blue &Raman submarine cable system si inquadra nella multiforme strategia Occidentale per dare una concreta risposta ai progetti di espansione cinese in Eurasia. Questa strategia, che può apparire di recente concezione, utilizza in realtà un modello storico-politico già noto: quello dell’Impero britannico. Rafforzare le connessioni tra il sub-continente indiano ed il Mediterraneo, passando per il Medio oriente, era infatti quanto la Corona britannica fece per un lungo periodo, nell’ambito del Commonwealth.
Il cuore di tale strategia, ora come allora, era eterodirigere l’immenso gigante indiano, ieri in funzione antirussa nell’ambito del celeberrimo Grande Gioco ed oggi per contrastare i progetti di Pechino, simboleggiati dalla Belt and Road Initiative, o BRI. Si profila così uno scenario di iper-connessione tra l’Oceano Indiano ed il bacino Mediterraneo che induce già alcuni analisti a parlare di Indo-Mediterraneo, quale ulteriore tassello espansivo dell’Indo-Pacifico a guida USA.
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