La fallita rottura dei massimi quinquennali potrebbe spingere al ribasso le azioni Banca Profilo

Sono mesi, ormai, che le quotazioni di Banca Profilo stanno cercando di rompere al rialzo un’area di resistenza storica che regge da oltre cinque anni. Anche questa volta, la fallita rottura dei massimi quinquennali potrebbe spingere al ribasso le azioni Banca Profilo. Adesso diventa, quindi, di estrema importanza capire la reazione delle quotazioni a questo nuovo fallimento rialzista.

Come già successo in passato, il punto di approdo più probabile per il ritracciamento seguito alla mancata rottura rialzista si trova in area 0,1746 euro. Questo livello, infatti, non solo in passato ha sempre rappresentato il punto di approdo dei ribassi seguiti ai fallimenti rialzisti, ma è anche il I obiettivo di prezzo del ribasso in corso.

Una rottura di questo livello in chiusura di settimana, poi, potrebbe fare accelerare le quotazioni verso il II obiettivo di prezzo in area 0,1192 euro. La massima estensione del ribasso in corso, invece, potrebbe andare a collocarsi in area 0,0638 euro (III obiettivo di prezzo).

I rialzisti, invece, potrebbero prendere il sopravvento nel caso di chiusure settimanali superiori a 0,2088 euro. Purtroppo, in questo caso gli obiettivi rialzisti potranno essere calcolato solo dopo che l’inversione è stata confermata.

La valutazione di Banca Profilo

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Va detto che storicamente il titolo ha sempre mostrato una certa forza rispetto alla media del settore di riferimento. Basti pensare che negli ultimi 3 anni ha avuto un rendimento del 40% superiore rispetto alla media dei suoi competitors. Anche nell’ultimo anno e da inizio 2022, sebbene con una performance negativa, le azioni Banca Profilo hanno fatto meglio della media del settore di riferimento.

La situazione dei fondamentali è abbastanza contrastata. Ad esempio, il fair value esprime una forte sopravvalutazione; il rapporto prezzo/utili esprime sopravvalutazione se confrontato con la media del settore bancario e sottovalutazione con la media del mercato italiano; il Price to Book ratio, invece, esprime una sottovalutazione di circa il 40%.