Vivere in Cina di questi tempi potrebbe essere ansiogeno. Se il resto del Mondo cerca di fare lo slalom tra vaccinazioni, mascherine e gel disinfettante per evitare il virus, nel Paese del Dragone la policy è «zero Covid». Quindi poco o nulla è cambiato dal pessimo 2020, l’annus horribilis del primo lockdown che ci chiuse in casa da marzo alla primavera inoltrata. La Repubblica Popolare spera di arrivare all’azzeramento della circolazione del virus e per tentare di riuscirci prosegue lungo la direttrice dei lockdown. La pandemia muta nella forma, nell’intensità e nella tipologia ma la Cina rimane ferma. Arginata al primo diktat quando (forse) chiudersi in casa era davvero necessario perché di Covid si moriva abbastanza facilmente. Oggi, ci sono armi nuove anche se non ancora efficacissime. I vaccini, i dispositivi di protezione (nel 2020 mancavano persino le mascherine chirurgiche), una rinnovata cultura di gestione degli spazi e dell’igiene personale. Certo non basta ma indubbiamente i danni da contagio per grandi linee sono minori. Si muore di meno e in molti casi si guarisce più facilmente. Ma la Cina non ci sta. Anche in questo vuole primeggiare nel Mondo. E poter dichiarare un giorno che solo in questa parte immensa dell’Asia Orientale il Covid non c’è.
La vita ordinaria nella città della Finanza
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Nella città finanziaria ricca di grattacieli, i cittadini se la passano male. E la dura vita a Shangai diventa virale. In ogni dove ci sarebbe la possibilità di eseguire tamponi così come, sempre per strada, ci si può tagliare i capelli. Il servizio è reso lungo i marciapiedi da parrucchieri superprotetti nei confronti di cittadini da lungo tempo in isolamento. Il servizio per gli untori comprende tampone, taglio di capelli e pacco alimentare. Condito da un silenzio spettrale in una delle città più grandi del pianeta.
La dura vita a Shangai diventa virale il video del taglio capelli in strada con annesso servizio tampone nasofaringeo
A sostegno della ferma convinzione di riuscire ad arrivare ad un’oasi Covid free, sono stati rinviati a data da destinarsi i Giochi Asiatici 2022. La grande e attesissima competizione sportiva si sarebbe dovuta disputare nel prossimo mese di settembre nella città di Hangzhou. La decisione sarebbe stata presa per prevenzione e cautela. Shangai intanto tiene in isolamento circa 26milioni di residenti per prestar fede alla lotta intestina alla pandemia. E a quel virus che forse non ci lascerà mai. I cittadini sarebbero implosi in una rabbia popolare che però pare sia censurata dalle autorità locali. E alcuni grattacieli pare siano diventati veri dormitori. Alcune delle imponenti strutture avrebbero riconvertito alcuni piani interamente a persone infette. Stipate e, si dice, alle prese con condizioni igieniche non proprio ragguardevoli. Ci sarebbe, in molti casi, difficoltà per la doccia e i bisogni fisiologici. Aspetti che piuttosto che arginare il virus, paradossalmente potrebbero rafforzarlo.
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