Il sistema contributivo è uno dei sistemi di calcolo delle pensioni oggi in vigore. L’altro sistema è quello retributivo. Il terzo non è un sistema a sé stante, ma è un mix tra entrambi i sistemi perché si chiama misto. Ed è quel sistema che riguarda i lavoratori che hanno contributi versati sia prima che dopo il 1996. Notoriamente il sistema di calcolo contributivo è quello che maggiormente penalizza i pensionati. Questo perché la pensione viene calcolata in base a ciò che è un lavoratore ha versato durante la carriera lavorativa alla voce contribuzione previdenziale. Il sistema retributivo invece calcola la pensione in base alle ultime retribuzioni. Nel 2023 queste regole resteranno praticamente immutate. Man mano che passano gli anni però, le differenze e le penalizzazioni tra i due meccanismi sorbiscono sempre meno effetto dal punto di vista del calcolo della pensione.
Ecco chi non paga dazio sulla pensione calcolata con il sistema contributivo
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Per chi ha da 1 a 5 anni di contributi versati nel sistema retributivo, ha davvero poco da rimetterci ad accettare un calcolo tutto contributivo della pensione. L’importante è non avere una carriera costellata da 18 o più anni di contributi versati già al 31 dicembre 1995. Infatti in quel caso il calcolo retributivo si estende anche ai periodi contributivi versati dal 1996 al 2012. Chi non ha contributi nel retributivo, o ne ha meno di 18 anni, potrebbe senza dubbio trovare conveniente uscire con una pensione contributiva in anticipo rispetto alle soglie ordinarie. Visto che il calcolo retributivo varrebbe solo per i versamenti fino al 1996, il problema sarebbe ridotto e di molto. La differenza tra pensione contributiva e pensione retributiva per questi lavoratori non supererebbe il 10%.
Alcuni esempi penalizzati dall’opzione contributiva
Nel 2023 chi uscirà con 40 anni di contributi, e magari ha iniziato a lavorare nel 1976, maturando per esempio 20 anni fino al 1996, avrebbe dovuto prendere una pensione mista, calcolata con il retributivo fino al 2012, e con il contributivo dal 2012 al 2023. Circa l’80% della pensione col retributivo. E in questo caso, tra pensione mista ed una pensione contributiva (se lo Stato imponesse l’unico metodo di calcolo contributivo per uscire prima dei 67 anni), il taglio supererebbe il 30%. Chi avrebbe dovuto prendere una pensione lorda di 2.000 euro, ne percepirebbe una da 1.400.
La differenza tra pensione contributiva e pensione retributiva, le caratteristiche
Ma dal 2023 a conti fatti, sono sempre meno i lavoratori non ancora in pensione che si trovano in questa condizione. Forse solo qualche nato nel 1956. Questione anagrafica, perché per aver maturato 18 anni di contributi già nel 1995, un lavoratore nato nel 1960 avrebbe dovuto iniziare a lavorare a 16 anni e praticamente di continuo fino al 1996. Evidente che le penalizzazioni iniziano ad incidere meno e probabilmente tra qualche anno non incideranno per niente. Infatti è facile calcolare che presto non ci saranno più lavoratori non pensionati che hanno versamenti retributivi.
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