Una curva epidemiologica può consentire attendibili previsioni sulla sua evoluzione futura?
In modo tale da poter prevedere con sufficiente sicurezza il suo picco massimo e minimo?
Ed ora cosa sta succedendo quanto alla dinamiche del Covid? E per quali motivi, quando tutti si attendevano la prosecuzione dei cali, ora invece taluni propongono addirittura un lockdown generalizzato?
In questo articolo cerchiamo una convincente risposta a tutti questi interrogativi, spiegando alcune caratteristiche della pandemia che continua a perseguitarci.
La curva epidemiologica può essere prevista?
Indice dei contenuti
Senza voler neppure sintetizzare quella complessa ed articolata materia, che va sotto il nome di proiezioni o previsioni epidemiologiche, diciamo subito che l’evoluzione di una curva epidemiologica può essere effettivamente prevista.
Esistono diversi modelli statistici, che consentono di definire anticipatamente anche dati futuri. Si tratta ad esempio del numero di ricoverati in terapia intensiva, numero di nuovi contagi, ed altri ancora.
Per certi versi si ricorre alla tradizionale tecnica di proiezione statistica, anche su base polinomiale.
Ma, per altro verso, vengono utilizzati anche metodi particolarmente innovativi.
La reiterazione di curve simili
Tra questi metodi, va annoverata la reiterazione di curve simili.
Considerando le forme assunte da curve epidemiologiche di altri virus, si è cercato, sin dalla comparsa del Covid, di comprendere soprattutto quando la curva potesse raggiungere il suo picco massimo e, successivamente, quando il virus potesse scomparire definitivamente.
Limiti del modello adottato
Analizzando i risultati dell’applicazione di tale tecnica a ritroso, dopo quasi due anni dalla comparsa del virus (dobbiamo ricordare che, a quanto pare, i primi casi sono comparsi almeno dall’estate del 2019, anche se all’epoca ancora non si sapeva che erano riconducibili ad una pandemia) dobbiamo dire che le proiezioni sulla curva epidemiologica non furono sbagliate in quanto tali.
Mi spiego meglio.
Io stesso, utilizzando metodologie, come quelle sopra richiamate, mi trovai di fronte a modelli proiettivi che avevano indicato punti di svolta, dove poi effettivamente la curva reale li formò.
Sulla base di tali proiezioni si poteva, quindi, ipotizzare una fast pandemia, come qualcuno la definì.
Una pandemia destinata a durare un limitato lasso temporale.
Così non è stato.
La curva effettivamente ha confermato le indicazioni previsionali. Esse sembrando limitarsi, ad un certo punto, solo a sporadici nuovi casi, ma poi riprendeva nuovamente al rialzo con particolare virulenza.
Cosa non ha funzionato in tali modelli?
Qualora il virus fosse stato caratterizzato da poche ed irrilevanti varianti, avremmo avuto una curva epidemiologica sostanzialmente corrispondente alla curva previsionale.
Ma è stato probabilmente il fattore costituito dalla comparsa di nuove varianti a mutare significativamente il quadro reale, rispetto alle previsioni effettuate.
La comparsa delle varianti, infatti, comporta che, pur in presenza di rilevanti misure di contenimento, si modifichi significativamente anche il quadro della situazione, rispetto a quanto previsto.
Quando la curva dovrebbe essere al minimo, anche con modesto scarto tra quanto si verifica e quanto previsto, poi tende a risalire, e a non terminare invece definitivamente, come invece certi modelli indicavano sin dalla comparsa del virus, per analogia con altre curve.
A quanto pare, alcuni studiosi ritengono che questo si debba essenzialmente ascrivere al fattore nuove varianti.
Infatti le misure di contenimento ed i vaccini effettivamente esplicano un loro effetto, ma poi la comparsa di nuovi elementi virali comporta il fenomeno della curva ad ondate.
Una nuova variante fa sì che, laddove il virus avrebbe potuto terminare anche definitivamente, compaiano invece nuovi focolai, e poi una ripresa della curva.
Si realizza quindi la famosa curva ad ondate, e si teme sempre che una nuova ondata succeda alle precedenti.
Pertanto le proiezioni funzionerebbero anche significativamente, in relazione alla singola variante già nota, ma una nuova comporta dinamiche ad ondate, non sempre agevolmente prevedibili, e tali comunque da far proseguire la pandemia.
È quello che si sta verificando, come comunque dal sottoscritto già previsto, anche in questa fase.
Verso nuovi lockdown?
Ecco spiegato, quindi, il perché alcuni propongano nuovi lockdown in Italia.
Hanno la convinzione, scientificamente fondata, che sia molto probabile una nuova ondata al rialzo, peraltro già significativamente presente in diverse aree del mondo.
E, per evitare il dilagare di una nuova ondata rialzista anche in Italia, pensano che, in prospettiva, a questo punto l’unica soluzione sia quella di indirizzare verso rinnovate chiusure.
In questo articolo abbiamo quindi spiegato, a proposito del quesito se la curva epidemiologica possa essere prevista, da cosa scaturiscono i limiti delle proiezioni epidemiologiche e perché alcuni propongano un nuovo lockdown.
A cura di Gian Piero Turletti, autore di “Magic Box” e “PLT“