In un quadro particolarmente complesso come quello che si sta delineando in queste ore sia a livello nazionale che internazionale, la questione energetica assume una valenza quasi simbolica. Infatti se il petrolio ed il gas impattano direttamente sulla vita di tutti i giorni e soprattutto sui prezzi, le conseguenze si fanno sentire anche a livello geopolitico. Il riferimento non è tanto alla Russia che potrebbe chiudere i rubinetti delle forniture all’Europa con un margine di preavviso praticamente nullo.
Ma anche alla Gran Bretagna. La crisi energetica sta cambiando gli equilibri e le alleanze a causa di necessità registrate sul fronte interno. Infatti è di queste ore la notizia secondo cui Londra potrebbe cambiare la sua politica di rifornimenti di gas all’Europa. Non si tratterebbe, qualora ciò dovesse avvenire, di uno strappo in stile Brexit. Quella in arrivo potrebbe essere una necessità dovuta alle ridotte capacità di stoccaggio nella Nazione inglese. Come è facile intuire si tratterebbe di una soluzione estrema dettata da uno stato di emergenza altrettanto estremo. Stato di emergenza che, è bene ricordarlo, sarebbe anticipato da altri provvedimenti restrittivi come il razionamento della risorsa.
A differenza di Germania e Italia, la Gran Bretagna dipende in misura minore dal gas russo. Infatti prima dello scoppio del conflitto la percentuale di materia prima in arrivo da Mosca non superava il 3%. Questo perché alla base ci sono, tra gli altri, anche i giacimenti del Mare del Nord e le importazioni dalla Norvegia. Attualmente i gasdotti che collegano la Gran Bretagna con l’Europa attraverso il Belgio e i Paesi Bassi, stanno lavorando al massimo delle rispettive capacità.
La crisi energetica sta cambiando gli equilibri geopolitici anche tra i vecchi alleati
Indice dei contenuti
Unica certezza in questo scenario è la tensione che si sta allargando dopo la diffusione del documento redatto durante la riunione della NATO secondo il quale la Russia sarebbe considerata un nemico e la Cina una minaccia ai valori dell’Organizzazione atlantica.
Intanto dai servizi segreti statunitensi filtra un allarme. Avril Haines, a capo dell’intelligence USA conferma che all’orizzonte si stanno delineando tre scenari differenti. Se il primo e il terzo prevedono rispettivamente piccole vittorie da parte russa e una stabilizzazione della situazione da parte dell’Ucraina, il secondo, invece, prevede una vittoria di Mosca. Da parte sua, il leader russo continua a confermare l’obiettivo principale, ovvero la liberazione del Donbass. Intanto, dalla Siria, arriva la notizia secondo cui il governo con a capo Bashar al Assad, a sua volta appoggiato da Mosca, avrebbe riconosciuto l’indipendenza del Donetsk e del Luhansk come repubbliche secessioniste nel Donbass.
Approfondimento