Stress, dolore, impegni serrati, difficoltà economiche. Fattori esterni quotidiani, ma importanti, che concorrono a spostare gli equilibri della salute e a minare il nostro fisico. Soprattutto in questi mesi, e, nei prossimi, chiamati a combattere, dopo 70 anni di relativo benessere. Almeno tre generazioni, coinvolte in una “guerra subdola”, che sta mettendo a dura prova l’intera popolazione mondiale. E, proprio in queste situazioni, il nostro fisico cede. Ma a cedere non è solo lui, anche la mente, che, in un circolo vizioso devastante, sfoga le sue pressioni di nuovo sul corpo. Come un criceto che non scende mai dalla ruota, in questo caso, quella della vita. Ed è qui che avviene la comparsa degli squilibri ormonali: quando è il momento di andare dal dottore.
Tiroide, iper e ipo: due disfunzioni comuni
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Lo sfasamento della tiroide è uno dei sintomi più comuni dello squilibrio ormonale in atto. La tiroide colpisce, nella sua variazione di funzione, soprattutto le donne, ma negli ultimi anni la percentuale è aumentata esponenzialmente anche tra gli uomini. La tiroide è l’organo che vigila sul nostro metabolismo, dettandone i ritmi. Si parla di ipertiroidismo quando aumenta la pressione cardiaca, si dimagrisce, aumenta il metabolismo a dismisura, non si dorme la notte e si è particolarmente nervosi. La tiroide sta lavorando troppo: va regolata con analisi del sangue, visite specialistiche e assunzioni di pastiglie preposte. Al contrario, l’ipotiroidismo, avviene quando gli ormoni tiroidei rallentano il ritmo. I sintomi sono l’esatto contrario dell’iper, con l’aggiunta di stanchezza cronica e annebbiamenti mentali. In egual misura bisogna rivolgersi ai dottori.
Stress, stanchezza e vuoti di memoria
Periodi particolarmente ricchi di stress possono determinare la comparsa degli squilibri ormonali: quando è il momento di andare dal dottore. Per chi passa ore intere della giornata davanti al pc, analizzando schemi, grafici, dati economici, variabili di mille colori e mille segni, vuoti di memoria e di lucidità mentale sono un campanello d’allarme. Nella maggior parte dei casi può trattarsi di carenze vitaminiche, soprattutto la B. In altri, si può invece ricondurre a deficit di magnesio e potassio, colmabili con la loro integrazione.
Alle volte, però, può essere sintomo della scarsezza di cortisolo, l’ormone della memoria e delle capacità cognitive. Sarà sempre il medico a seguirci in questo iter, ma va ricordato che il cortisolo, chiamato anche “ormone dello stress”, attacca il soggetto quando è sotto pressione psico-fisica. La sua funzione, collegata anche al colesterolo, è importante nel corpo, perché individua le azioni fisiologiche non indispensabili, bloccandole e inibendole. Una sorta quindi di agente di sicurezza, preposto alla sorveglianza del nostro fisico.
Il derma infestato di acne
Per secoli, in assenza di sistemi di diagnosi e diagnostica precisi, la comparsa di brufoli, acne e foruncoli sul derma era il segno che qualcosa non andava. La nostra pelle infatti è lo specchio degli organi, e, quando c’è qualche sofferenza interna, sul viso compare qualche agente esterno. Se l’acne persiste, allora può esserci uno scompenso ormonale di sebo, il prodotto degli ormoni androgeni, tipicamente maschili. Maggiore è la produzione incontrollata di sebo e maggiore è la concentrazione e la forza dell’acne. Solitamente l’attività delle ghiandole sebacee è maggiore nell’età adolescenziale, per poi stabilizzarsi durante la maturità e diminuire nella terza età. Questo determina, in maniera concreta, un aumento dei brufoli nei ragazzi della pubertà, con relativa comparsa della cosiddetta “acne giovanile”. Negli adulti, invece, la persistenza dell’acne è la spia che deve portarci a fare le visite mediche opportune per risolvere il problema.
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