Venerdì 24 marzo è stata una giornata di forte volatilità per le Borse europee a causa del crollo dei prezzi dei titoli bancari. Dopo il fallimento di SVB e il salvataggio in extremis del Credit Suisse, il settore bancario sembra essere in difficoltà. Questa tempesta sembra essere solo l’inizio e altre banche potrebbero subire la stessa sorte di SVB e Credit Suisse. Per gli analisti due banche in particolare potrebbe essere le prossime ad essere coinvolte. La bufera sulle banche potrebbe non essere passata?
Prima di capire se e quali altre banche potrebbero avere problemi, è importante comprendere perché il settore bancario è andato improvvisamente in crisi, dopo anni di relativa stabilità. Per comprendere ciò che sta accadendo e cosa potrebbe succedere nelle prossime settimane, è necessario fare un passo indietro. Occorre tornare alla crisi dei mercati finanziari del 2008, che ha portato al fallimento di Lehman Brothers, una delle banche più importanti al mondo. La situazione di allora presenta alcune analogie con il contesto attuale.
Le analogie tra la crisi del 2008 e quella attuale
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La prima analogia che salta all’occhio riguarda i tassi di interesse. Il fallimento della Lehman Brothers e la successiva crisi finanziaria, sono state precedute da un rapido e deciso aumento del costo del denaro. La seconda analogia è che entrambe le crisi sono state innescate dal crollo di una banca d’affari americana, la SVB oggi e la Lehman Brothers nel 2008.
La terza analogia è che entrambe le banche avevano investito in modo eccessivo e rischioso in un settore specifico. La SVB operava principalmente nel finanziamento delle startup tecnologiche mentre Lehman Brothers aveva investito pesantemente nei mutui subprime. Non è un caso che entrambi i settori siano particolarmente sensibili all’andamento del costo del denaro e che vengano penalizzati da improvvisi e decisi aumenti dei tassi di interesse.
La bufera sulle banche potrebbe coinvolgere altri nomi illustri anche in Europa
La quarta analogia riguarda l’effetto valanga. Nel 2008 la crisi si è originata negli Stati Uniti e si è poi estesa in Europa. Attualmente, sembra che lo stesso scenario si stia verificando, anche se la crisi di Credit Suisse sembra essere causata da una gestione imprudente dell’istituto.
Tuttavia, questo non si può dire di Deutsche Bank. Nonostante ciò, venerdì 24 marzo, il colosso bancario tedesco ha subito un calo in Borsa dell’8,7%, trascinando al ribasso le azioni bancarie quotate in Europa. In Italia, in quella seduta di Borsa i prezzi di Unicredit e Banco BPM hanno subito una diminuzione del 4%, il titolo Intesa Sanpaolo ha registrato una caduta del 2%. Ma tutti i titoli bancari sono stati colpiti dalla tendenza al ribasso.
Le prossime banche possibili vittime della crisi finanziaria
La bufera sulle banche potrebbe coinvolgere altri nomi illustri. Deutsche Bank potrebbe essere una delle prossime banche ad avere difficoltà di liquidità. Il caso di Credit Suisse, la seconda banca svizzera e una delle prime venti a livello mondiale, dimostra come nessuna banca sia immune dal rischio di default, specialmente grazie alla tecnologia moderna. In effetti, oggi basta un clic per spostare grandi quantità di denaro tra le banche.
Anche in Italia i fallimenti bancari negli ultimi anni non sono mancati. Nel frattempo, in America, First Bank potrebbe essere la prossima banca a fallire. Infatti l’agenzia di rating Standard&Poor’s ha recentemente declassato il suo debito a BB+, ovvero junk, spazzatura, a causa dell’elevato rischio di fuga dei depositi.