Lo Stato ogni fine anno indica il livello di rivalutazione delle pensioni per i 12 mesi successivi. Il Mef stabilisce questo valore in base al livello di inflazione stimato per l’anno entrante. Quindi tutti coloro che percepiscono un assegno pensionistico, l’anno successivo avranno un importo mensile maggiorato. Per il 2022 il Governo a dicembre 2021 aveva stimato una rivalutazione dell’1,6%.
L’inflazione in Italia sta mordendo più del previsto. Il rincaro della vita ha superato il 10% pesando su stipendi e pensioni. Difendere i risparmi dal carovita diventa sempre più difficile. Alcuni strumenti, come i conti di deposito, arrivano a offrire anche il 4% annuo di rendimento. Tuttavia questi valori sono lontani dal reale incremento del costo della vita.
La brutta notizia in arrivo per alcuni pensionati, quelli con assegni pesanti
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Per il 2023 ci sono due buone notizie per i pensionati ma anche una pessima notizia per alcuni di loro. La prima buona notizia arriva dall’aumento dell’incremento della rivalutazione per il 2022. Il decreto del Mef ha stabilito che nel 2022 la rivalutazione delle pensioni sarà pari all’1,9%. Questo significa che tutti i pensionati avranno diritto a un conguaglio pari alla differenza tra la rivalutazione stimata dell’1,6% e quella definitiva dell’1,9%. Ovviamente questo conguaglio sarà in misura diversa, in base all’importo dell’assegno. Per pensioni superiori a 4 volte il minimo l’incremento della rivalutazione sarà minore all’aumentare dell’assegno in base a scaglioni predefiniti.
La seconda buona notizia riguarda la perequazione per il prossimo anno. Il Ministero dell’economia e delle finanze ha stabilito per il 2023 un indice di rivalutazione del 7,3%. Un valore decisamente più alto rispetto a quello stimato per il 2022, ma lontano dai livelli di inflazione attuali. Il Ministero dell’economia stima che nel corso dell’anno l’inflazione possa calare ed arrivare a una media annua vicina a questo valore. In caso la previsione si rivelasse fallace per difetto, anche il prossimo anno i pensionati potranno godere del conguaglio.
Per gli assegni sopra i 2.000 euro lordi in arrivo una spiacevole sorpresa
Attualmente la rivalutazione delle pensioni è piena per gli assegni fino a 4 volte l’importo minimo. Invece l’indice di perequazione scende al 90% per le pensioni di importo compreso tra 4 volte e 5 volte l’assegno minimo. Infine l’indice di perequazione scende al 75% per gli assegni di importo superiore a 5 volte quello minimo. Quindi chi ha una pensione 5 volte superiore alla minima ha una rivalutazione che è pari a ¾ (il 75%) dell’adeguamento previsto.
La brutta notizia in arrivo riguarda chi percepisce una pensione oltre un certo importo. Infatti il Governo Meloni nell’ultima manovra ha introdotto una variazione. Ha stabilito che l’indice di perequazione sia pieno, al 100%, per le pensioni lorde fino a 2.000 euro. Superata questa soglia la rivalutazione calerà, fino a raggiungere il 35% per le pensioni oltre i 5.000 euro lordi. Norma che è stata inserita nella Legge di bilancio ma che deve essere approvata dal Parlamento.
Per la fine dell’anno alcune importanti novità arriveranno anche per oltre 1,2 milioni di lavoratori. Infatti il Governo e i sindacati hanno raggiunto un accordo per il rinnovo del contratto di una importante categoria di lavoratori. Per questi occupati a Natale potrebbe arrivare una busta paga più pesante di 2.000 euro.