Italiani sempre più indebitati, vola il credito al consumo e il TAEG è più alto rispetto agli altri Paesi UE

Italiani sempre più indebitati, vola il credito al consumo e il TAEG è più alto rispetto agli altri Paesi UE

La BCE ha annunciato nuovi tagli dei tassi, ma ciò non porterà il sollievo sperato alle tasche degli italiani. Il TAEG sul credito al consumo resta alto, molto di più che nel resto dell’Europa.

Da un’analisi effettuata dalla Fondazione Fiba di First Cisl emerge una verità di cui si parla troppo poco: gli italiani acquistano sempre di più beni e servizi a rate, e oltre il danno la beffa: il TAEG, il tasso applicato al credito al consumo, è più alto che negli altri Paesi UE, di 4 punti rispetto alla Francia e Germania e di 2 punti rispetto alla media. Nel 2024, gli italiani hanno chiesto prestiti per una cifra vicina ai 170 miliardi, con un aumento del 5,3% rispetto all’anno precedente. Sul totale dei prestiti richiesti il credito al consumo pesa per il 18,7% contro una media europea dell’11,2%. Ma non è tutto: il 2025 è partito ancora peggio. A febbraio il TAEG sulle nuove operazioni ha toccato il 10,45%, una percentuale molto più alta sia rispetto alla media dell’area euro (8,38%) che a quella di Francia (6,73%) e Germania (8,34%).

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La perdita del potere d’acquisto derivante dall’inflazione, dalla speculazione e dalla stagnazione degli stipendi spinge i consumatori italiani a chiedere finanziamenti per comprare beni e servizi. Con credito al consumo, infatti, ci si riferisce a tutto ciò che viene acquistato a rate, come ad esempio elettrodomestici, mobili, televisori, o dispositivi di elettronica di consumo. Questo metodo, però, agli italiani costa molto caro perché ovviamente oltre alla cifra del prodotto devono sganciare gli interessi. Che in Italia sono molto più alti rispetto al resto dei Paesi UE.

La preoccupazione, poi, è che questa forma di indebitamento sia utilizzata anche per le spese correnti

Infatti c’è da ricordare che questo fenomeno è in crescita e ciò significa che il benessere economico è sempre più in pericolo. Inoltre, come emerge da un report della Fondazione Fiba di First Cisl, passano gli anni e la situazione peggiora. Nel report emerge anche un “preoccupante aumento del fenomeno della cessione del quinto dello stipendio, una forma di prestito che, quando correlato ai consumi, denota implicazioni sul terreno sociale che non possono non destare preoccupazione“. Il totale di questo tipo di prestiti è praticamente raddoppiato nell’arco di tempo che va dal 2011 al 2024, passando da circa 10 miliardi a oltre 18 miliardi.

Forse inaspettatamente, a indebitarsi di più sono stati i consumatori del Centro-Nord Italia. Sempre dal report emergono infatti questi numeri:

  • nell’ultimo trimestre del 2024 l’aumento maggiore si è registrato in Emilia Romagna (+ 2,01%)
  • Toscana (+ 1,97%)
  • Lombardia (1,86%)
  • quello minore in Campania (+ 1,14%).

Sul versante mutui, non è che le cose stiano andando molto meglio: dalle analisi emerge infatti che già all’inizio del 2025 si è visto un peggioramento delle condizioni contrattuali. Dopo la diminuzione di gennaio, a febbraio si è infatti visto un aumento del TAEG dal 3,5% al 3,58%. L’unica (amara) consolazione è che il fenomeno si è replicato anche negli altri Paesi europei: il TAEG in Francia è passato dal 3,67% al 3,68%, mentre in Germania dal 3,56% al 3,63%. Con la differenza che gli stipendi dei francesi e tedeschi sono ben più corposi di quelli degli italiani.