Ispezioni e multe fino a 43.200 euro dalla Guardia di Finanza, oltre alla sospensione dell’attività imprenditoriale, per il datore di lavoro che viola questa legge

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La nostra Costituzione tutela in maniera molto forte il diritto al lavoro e i lavoratori. Intanto si apre affermando che la Repubblica italiana è fondata sul lavoro. Quindi vede la democrazia e il lavoro come i valori principali del nostro Stato. L’articolo 4 tutela, poi, il lavoro in tutte le sue forme e applicazioni. La Repubblica riconosce a tutti i cittadini il diritto al lavoro e promuove le condizioni per renderlo effettivo. Ogni cittadino ha il dovere di svolgere, secondo le proprie scelte e capacità, un’attività che concorra allo sviluppo materiale e spirituale della società.

Non solo, l’articolo 36 prevede i diritti fondamentali del lavoratore. Questo ha diritto ad una retribuzione proporzionata alla quantità e qualità del lavoro prestato. La retribuzione deve essere in ogni caso sufficiente ad assicurare al lavoratore e alla sua famiglia un’esistenza libera e dignitosa. Il lavoratore ha anche diritto al riposo settimanale e a ferie annuali retribuite e non può rinunciarci.

Ispezioni e multe fino a 43.200 euro dalla Guardia di Finanza, oltre alla sospensione dell’attività imprenditoriale, per il datore di lavoro che viola questa legge

Da una rapida lettura si capisce quanto sia rilevante la tutela del lavoro per il nostro Stato. Dunque, il datore di lavoro che violasse le norme poste a tutela dei diritti del lavoratore sarebbe soggetto a sanzioni davvero pesanti. Un esempio lo abbiamo dalle sanzioni previste per la violazione del diritto alla salute del lavoratore nel luogo di lavoro. Infatti, il codice penale punisce in maniera molto pesante il datore di lavoro che viola i diritti del lavoratore.

Un altro esempio riguarda le sanzioni previste dalla legge in caso di lavoro nero. La legge, infatti, prevede ispezioni e multe fino a 43.200 euro per il datore di lavoro che viola la normativa riguardante il lavoro sommerso. Non solo, ma l’articolo 14 TUSL prevede anche la sospensione dell’attività dell’azienda se più del 10% dei dipendenti impiegati lavora in nero.

Le sanzioni

Dunque, sanzioni estremamente severe per il lavoro nero. Esse sono il risultato di un’evoluzione della legge partita alcuni anni fa. Infatti, due riforme, prima del 2015 e poi del 2017, hanno aumentato le sanzioni per il lavoro sommerso. Oggi la normativa prevede tre fasce di sanzioni a seconda del tempo in cui il dipendente ha lavorato in nero. Se lo ha fatto per più di 60 giorni si applica la soglia massima, che prevede una multa che va dai 7.200 fino ai 43.200 euro.

Infine, va ricordato che la giurisprudenza cerca di combattere il lavoro nero anche all’interno dei processi, facilitando la prova del lavoro sommerso. Ad esempio, importante l’ordinanza 10493 del 2022 della Corte di Cassazione. La Corte ha ritenuto che costituisse prova del lavoro nero una serie di documenti scritti a mano rinvenuti dalla Guardia di Finanza. Si trattava di documenti fuori dalla contabilità, che accanto ai nomi di amministratori e dipendenti, indicavano alcune somme. Secondo la Guardia di Finanza erano i compensi in nero corrisposti dal titolare dell’azienda.

Lettura consigliata

Rischia la sospensione della retribuzione e dal servizio per massimo 10 giorni il lavoratore che tiene questo comportamento scorretto

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