È uno dei casi più diffusi di problematica che può sopraggiungere nel momento in cui una persona chiede l’ISEE per poi poter presentare domanda per il reddito di cittadinanza. Si tratta del caso dei conti cointestati con familiari che non hanno tra loro una residenza comune. Il conto corrente come è noto, insieme a tutti gli altri metodi di risparmio in banca o presso Poste Italiane, incide sull’ISEE come componente del patrimonio mobiliare. In altri termini, i soldi detenuti in banca da tutti i componenti il nucleo familiare finiscono nella DSU che serve per richiedere l’ISEE. Ed è obbligatorio inserire anche quelli di cui si è cointestatari con persone esterne al nucleo familiare.
ISEE e reddito di cittadinanza, il conto cointestato incide sul diritto
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Capita spesso che in una famiglia, tra marito e moglie o tra genitori e figli, se coresidenti, ci siano conti correnti cointestati. In questo caso il saldo e la giacenza media del conto corrente vanno inseriti al 50% a testa tra i due cointestatari (al 33% in caso di 3 intestatari, al 25% per 4 e così via). Il caso spinoso può essere la doppia intestazione del conto corrente tra persone che non risiedono nella stessa famiglia, anche se parenti.
Anche senza stessa residenza i conti cointestati vanno inseriti nell’ISEE
Non è raro trovare casi in cui un figlio risulti essere cointestatario del conto corrente di un genitore. Magari anziano e su cui l’INPS versa la pensione ogni mese. Una scelta comune a molte famiglie. A tutela dell’anziano che può, per evidenti ragioni di età, non essere in grado di andare a ritirare la pensione ogni mese o di effettuare operazioni su conto corrente. E la cointestazione serve di fatto per delegare il figlio. La cointestazione infatti consente anche al figlio di operare sul conto corrente come fosse solo suo. Ma questo vantaggio si trasforma in uno svantaggio nel momento in cui il figlio deve chiedere l’ISEE per l’accesso a prestazioni, agevolazioni o Bonus.
Addio reddito di cittadinanza per colpa del conto cointestato e dell’ISEE
Il saldo e la giacenza media di un conto corrente incidono sull’ISEE e dal punto di vista del patrimonio immobiliare e non sul reddito. Ma questo non vuol dire che non sia importante. Infatti se per esempio uno dei cointestatari del conto corrente volesse richiedere il reddito di cittadinanza dovrebbe fare i conti con delle limitazioni. Anche sui patrimoni mobiliari. E se sul conto corrente del proprio familiare pensionato, ci sono troppi soldi, questi possono finire con il far superare le soglie del reddito di cittadinanza, impedendogli l’accesso.
Per esempio, per il singolo, il valore del patrimonio immobiliare, utile alla fruizione del reddito di cittadinanza, non deve superare i 6.000 euro. Nel caso in cui sul conto corrente del pensionato ci fossero oltre 12.000 euro, dovendo il cointestatario dichiarare la metà del saldo, è evidente che supererebbe i 6.000 euro utili a restare dentro uno dei requisiti fondamentali per percepire il sussidio. ISEE e reddito di cittadinanza sono strettamente connessi tra loro e anche il patrimonio mobiliare è un fattore fondamentale.
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