Non è passata inosservata l’ultima mossa di Warren Buffet, che ha ampliato l’esposizione della Berkshire in Giappone.
Quasi simultaneamente, la Borsa di Tokyo ha visto un rialzo, anche grazie ai rally dei titoli tecnologici e le azioni interessate dalle operazioni di Buffet sono balzate alle stelle: alla chiusura del mercato giapponese, Marubeni Corp ha segnato un +3,5%, Itochu +2,45%, Mitsubishi Corp +3,6%, Mitsui +3% e Sumitomo +3,2%
Buffet sta effettuando operazioni molto interessanti agli occhi degli investitori, poiché com’è noto l’Oracolo di Omaha ha sempre avuto intuizioni vincenti, soprattutto negli investimenti a lungo termine. In questo senso si ipotizza che le sue scelte siano coerenti con le sue strategie che prediligono società che possono crescere costantemente nel lungo periodo, in un Mercato stabile, sebbene Tokyo non sia completamente indenne dalle incertezze innescate dalle politiche di Trump.
Non è infatti la prima volta che Buffet si affaccia alle azioni nipponiche, infatti la Berkshire ha semplicemente aumentato le partecipazioni fino a quasi il 10% nelle principali società su cui ha investito già dal 2019. Parliamo di quelle citate sopra, ovvero Mitsubishi, Marubeni, Mitsui, Itochu e Sumitomo.
Vuoi investire nel Mercato Giapponese? Puoi farlo con questi 2 ETF molto interessanti ed eviti di scegliere singole azioni
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Volendo guardare con interesse ai Mercati asiatici senza dover indagare su quali azioni siano ideali per ampliare il portafoglio, si può puntare sui fondi che si espongono agli indici oppure alle grandi società. Ecco 2 ETF accessibili e adatti anche agli investitori meno esperti.
- iShares MSCI Japan ETF (ASX:IJP) – questo fondo segue l’indice MSCI Japan, che copre circa l’85% del mercato azionario giapponese e dà accesso a società giapponesi a grande/media capitalizzazione. I settori coinvolti sono quello tecnologico, industriale e beni di consumo.
- Betashares Japan Currency Hedged ETF (ASX: HJPN) – questo fondo si espone alle più grandi aziende globali del Giappone, e ha come vantaggio la riduzione dell’impatto delle oscillazioni valutarie tra lo yen giapponese e il dollaro australiano perché coperto dal rischio di cambio.