Alcuni titoli azionari l’hanno fatta da padroni nel corso del lockdown. Ma qual è il futuro dei titoli tecnologici? Investire in tech è un azzardo o un’opportunità al momento? L’opinione di esperti ed analisti si divide al riguardo. Se molti sono convinti del fatto che si tratti di un mercato promettente, altri si mostrano un po’ scettici dai valori recenti raggiunti dalle valutazioni. Soprattutto dei big del settore. I cosiddetti FANG o FAANG, a seconda di quali titoli si parli.
La recente volatilità del mercato ha sgonfiato un po’ la bolla dei titoli tecnologici. Dai loro punti di massimo all’inizio di settembre, in una decina di giorni molti hanno totalizzato perdite a due cifre. Non hanno dunque brillato Amazon, Microsoft, Facebook, Paypal, Netflix, Salesforce, Nvidia e Apple. Indiscutibilmente il ricordo va alla bolla tecnologica 1999-2000. Bolla ancora oggi percepita da molti come una sorta di mania che ha coinvolto solo alcune aziende dot-com poco redditizie e folli. Ma questo non è vero.
Nel 2000, Microsoft, Intel, Cisco erano tra le aziende più redditizie del pianeta. Analogamente a oggi. La situazione era realmente particolare. Quei titoli tecnologici del 2000 erano grandi aziende e magnifici fondamentali. E lo erano in un momento di convergenza tra la crescita del personal computer e la nascita di Internet. Il problema era che, allora, le valutazioni erano talmente lontane dalla realtà che a causa di alcuni titoli spazzatura è venuto tutto giù. E per alcuni che non hanno venduto è diventato difficilissimo guadagnare su quegli acquisti, anche a distanza di decenni.
Investire in tech è un azzardo o un’opportunità al momento?
Oggi come ieri gli investitori devono fare attenzione. Tant’è vero che in molti fondi ed ETF dedicati alla crescita c’è stato un cambiamento quasi sistemico. All’inizio di quest’anno le prime posizioni erano tutte tecnologiche, ovunque, con percentuali anche intorno al 30%. Oggi c’è solo un titolo tech, o un paio, nelle prime cinque posizioni. E la percentuale si è globalmente ridotta intorno all’8%.
Non mancano coloro che siano particolarmente ottimisti, ovviamente. Alcuni gestori sono convinti che, mentre imperversa la crisi, il settore tecnologico trovi sempre di più il modo di emergere grazie ai cambiamenti in corso. Nonostante si stia attraversando la più grave crisi economica dal secolo scorso, i titoli tecnologici hanno continuato a guadagnare terreno. Hanno sbaragliato le previsioni e trascinato al rialzo gli indici azionari. Il motivo? È presto detto. Assieme all’healthcare, la tecnologia è il settore sul quale ci si aspetta la crescita più rapida degli utili per azione. Vista l’esplosione di interesse per i prodotti di molti titoli tech quotati ,durante il lockdown.
E la tecnologia è il comparto maggiormente posizionato sulla disruption, cioè sul cambiamento. Disruption che travolgerà tutti i settori tradizionali ridisegnando il nostro modo di vivere. E che rappresenta un’enorme opportunità. I titoli tech sono un “must have” per un portafoglio, praticamente un (quasi) obbligo. Siamo preoccupati per le valutazioni elevate del settore? Noi diciamo di no. La ragione la abbiamo delineata sopra, cioè le prospettive luminose del settore medesimo.