Se stai pensando di investire nel lungo periodo, devi conoscere le differenze tra BTP e Buoni fruttiferi postali. Scopriamo quanto si guadagna investendo 100.000 euro in un BTP a 12 anni e in un Buono postale 3×4.
Investire nel lungo periodo significa accantonare una parte del proprio reddito per farlo fruttare nel tempo, sfruttando il potere degli interessi composti. Questa strategia è utile per creare un patrimonio che possa garantire una rendita futura, ad esempio per la pensione o per affrontare eventuali imprevisti. Tuttavia, investire nel lungo periodo richiede anche di scegliere con cura gli strumenti finanziari più adatti alle proprie esigenze e al proprio profilo di rischio. Tra i prodotti più diffusi tra gli investitori italiani ci sono i BTP e i Buoni fruttiferi postali, ma quali sono le differenze tra questi due prodotti?
Caratteristiche specifiche dei BTP
Indice dei contenuti
I Buoni del Tesoro Poliennali sono obbligazioni emesse dallo Stato italiano che hanno una durata variabile tra 3 e 50 anni. I BTP pagano una cedola semestrale fissa, calcolata sul valore nominale del titolo, e alla scadenza restituiscono il capitale investito. Il rendimento di un BTP dipende dal prezzo di mercato del titolo, che può variare in base alla domanda e all’offerta.
I BTP sono negoziabili sul mercato secondario, quindi possono essere comprati e venduti in qualsiasi momento prima della scadenza. Questi strumenti sono considerati titoli a basso rischio, ma non totalmente privi di rischio. Infatti sono esposti alle fluttuazioni dei tassi di interesse e al rischio di insolvenza dello Stato emittente.
Specificità dei BFP
I Buoni fruttiferi postali sono titoli nominativi emessi da Cassa depositi e prestiti (CDP) e distribuiti da Poste Italiane. Questi prodotti hanno una durata variabile tra 1 e 20 anni. I BFP pagano un rendimento annuale variabile e alla scadenza restituiscono il capitale investito. Il rendimento di un BFP dipende dal tasso di interesse applicato al momento dell’acquisto.
I Buoni fruttiferi postali non sono negoziabili sul mercato secondario, ma acquistabili presso Poste italiane. Possono essere comprati in qualsiasi momento a partire da un taglio minimo di 50 euro e possono essere rimborsati anticipatamente in qualsiasi momento. Il rendimento maturato dipende dal momento del rimborso. I BFP sono considerati titoli a rischio zero, in quanto garantiti dallo Stato italiano.
Investire 100.000 euro nel Buono postale 3×4
Per un investimento di lungo periodo, magari 10/12 anni, conviene scegliere il titolo di Stato o il Buono postale? Ipotizziamo di volere investire 100.000 euro e prendiamo in considerazione due prodotti attualmente disponibili sul mercato. Scopriamo quanto renderebbe investire nel Buono fruttifero postale 3×4 oppure nel Buono del Tesoro poliennale scadenza 30 aprile 2035 (Isin: IT0005508590).
Al momento della stesura di questo articolo il Buono fruttifero postale 3×4 offre un rendimento crescente che parte dall’1,25% e arriva fino al 2,75%. Più esattamente il tasso è pari al 1,25% per il primo triennio, al 1,75% per il secondo triennio. Poi si passa al 2,25% per il terzo triennio e al 2,75% per il quarto triennio. Investendo 100.000 euro in questo prodotto, si otterrebbero 33.668 euro di interessi netti dopo 12 anni.
Un BTP con scadenza tra 12 anni: ecco quanto renderebbe
Il Buono del Tesoro poliennale scadenza 30 aprile 2035 ha una durata di poco meno di 12 anni. Ogni anno distribuisce una cedola lorda, parametrata al valore nominale, del 4%.
Al momento della analisi il titolo aveva un prezzo di 96,17 centesimi. Facendo una simulazione di investimento di 100.000 euro, a quel prezzo si possono comprare 104.000 euro nominali. Alla scadenza si otterrebbero perciò 104.000 euro a cui vanno aggiunti i 43.680 euro di flusso cedolare dei 12 anni. Quindi investire 100.000 euro in un BTP a 12 anni, permetterebbe un guadagno netto di circa 47.700 euro.