Sono davvero molteplici i benefici che vitamine e grassi polinsaturi assicurano al nostro organismo e alla salute del nostro cervello. Per la prevenzione di varie forme di demenza, prima fra tutte il morbo di Alzheimer, conviene fare il pieno di omega 3. E poiché il nostro corpo non è in grado di sintetizzare l’acido alfa-linolenico è necessario assumerlo tramite una corretta e mirata dieta alimentare. Ciò anche perché mente e memoria potrebbero iniziare a vacillare molto prima della terza età, palesando forme incipienti di decadimento neuronale. A giudizio degli Esperti già questi 5 sintomi a 45 anni indicano che il cervello sta andando incontro alla demenza.
Per contrastare il precoce invecchiamento e ottundimento mentale si può integrare il regime alimentare con alcuni specifici sostanze nutritive. E in modo particolare a 50 anni servono questi integratori naturali contro la stanchezza per migliorare memoria e cervello. Per reperire buone quantità di omega 3 e di ferro bisogna privilegiare alcune specie ittiche che tuttavia non rientrano fra quelle più magre. Pertanto invece di salmone e tonno meglio 3 pesci con pochi grassi, più vitamina D e omega 3 e di piccola taglia. Ciò perché i prodotti ittici di stazza più grande contengono quantità elevate di mercurio a causa della lunga permanenza in acque inquinate.
Invece di salmone e tonno meglio 3 pesci con pochi grassi, più vitamina D e omega 3
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Chi ha bisogno di riparare ad una carenza di vitamina D non sbaglia portando a tavola l’aringa che rispetto ad altri pesci ne contiene la percentuale più alta. Chi invece sta seguendo una dieta ipocalorica e mira a mantenere un peso forma o a liberarsi dal sovrappeso dovrebbe mangiare sardine e alici. Sono questi infatti i pesci con il più modesto contenuto di grassi insieme a sugarello, boga e filetto di tonno. Diversi studi hanno mostrato una netta riduzione del rischio di malattie cardiovascolari e un miglioramento della pressione sanguigna legata all’assunzione di omega 3. Resta comunque consigliabile non limitarsi al consumo di salmone e tonno che contengono più sostanze inquinanti e spesso sono poco digeribili.
Sarebbe preferibile quindi alternare pesci di grossa taglia con acciughe e aringhe che provengono da una filiera più corta e sostenibile e hanno comunque straordinarie proprietà nutrizionali. Se infatti in 100 grammi di salmone sono presenti 1,8 grammi di omega 3, nelle acciughe ve ne sono 1,7, nelle sardine 1,4. A parità di quantità persino le aringhe assicurano 1,2 grammi di grassi polinsaturi, così come sgombro e trota. Pertanto conviene davvero privilegiare queste specie più economiche, con una quantità inferiore di metalli pesanti e più facilmente digeribili. Ed infine ecco quali tipi di pesce mangiare con il colesterolo cattivo alto e cosa fare con salmone e spigola, calamari e cozze.