Una delle infrazioni cui si va maggiormente incontro è quella per divieto di sosta. Si pensi che esse rappresentano, addirittura, il 20% del totale delle sanzioni amministrative comminate. Certamente, la facilità con cui si va incontro a siffatta infrazione è legata anche alla assenza di parcheggi e alle soste spesso di ventura cui siamo costretti. Dunque, data la diffusione del fenomeno, risulta anche importante fornire informazioni utili sulle multe per divieto di sosta.
Preliminarmente, occorre fare attenzione a dove si parcheggia l’auto, accertandosi se il colore delle strisce di parcheggio siano bianche (gratuite), blu (a pagamento), o gialle. Queste ultime, delimitano aree destinate a determinate categorie come disabili, carico e scarico, forze dell’ordine ecc.
La sanzione
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Il divieto di sosta è regolato dall’art. 158 del Codice della Strada, che prevede una sanzione amministrativa minima dell’importo di 41 euro. Essa, però, può aumentare a seconda di particolari circostanze, come nel caso in cui l’auto parcheggiata in divieto sia anche di ostacolo alla circolazione. Si pensi al caso in cui si parcheggi sulle strisce pedonali, oppure in prossimità di una curva o di un dosso. Oppure, ancora: su un’area ciclabile, su un marciapiede ecc. In detti casi, la sanzione sarà raddoppiata, arrivando anche ad 82 euro. Inoltre, occorre specificare che le multe per divieto di sosta, di solito, non prevedono la decurtazione dei punti patente. Tuttavia, in casi di parcheggi particolarmente “ostativi”, nella specie di quelli su descritti, si può anche andare incontro alla decurtazione di due punti patente.
Come contestare la multa
Sempre sulla falsariga delle informazioni utili sulle multe per divieto di sosta, è importante sapere che, in generale, tutte le contravvenzioni possono essere impugnate. Tuttavia, è opportuno che ricorrano le valide ragioni per farlo, in modo da evitare spese inutili e aggravi di spesa. Per contestarle, occorre rivolgersi al Giudice di Pace o al Prefetto, competenti per territorio. Nel primo caso, di solito, si ci rivolge all’avvocato, quindi si affrontano le spese legali nonché quelle del contributo unificato.
Quindi, è bene valutare, preventivamente, se attivare una procedura siffatta, ci conviene in termini economici. Diversamente, è possibile rivolgersi al Prefetto, ove il ricorso è gratuito. Tuttavia, anche qui, è bene avere motivazioni forti da esporre, altrimenti si può andare incontro al raddoppio della sanzione. Inoltre, si può valutare anche di pagare la sanzione, con uno sconto del 30%, se si provvede entro 5 giorni dal ricevimento della notifica.
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