Uno dei temi più discussi del momento è l’atteso taglio dei tassi di interesse da parte delle Banche centrali. Questi ultimi sono infatti stati incrementati notevolmente durante lo scorso anno e ora investitori e analisti sono in attesa del momento in cui torneranno a scendere. FED, BCE e BoE si stanno però muovendo piuttosto cautamente. Infatti, aspettano che l’inflazione scenda e che gli indicatori macroeconomici migliorino prima di decidere quando tagliare i tassi di interesse. Gli ultimi dati relativi all’inflazione USA sembrano aver complicato ulteriormente la situazione. Cerchiamo di capirne di più.
Quali sono le ultime novità in merito all’inflazione USA? La scorsa settimana sono stati pubblicati i dati di gennaio, che non hanno rispettato le previsioni degli analisti.
Scopriamo perché.
Le ultime novità sull’inflazione USA, cosa dicono i dati di gennaio
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A quanto pare, infatti, si è verificato un rallentamento dell’inflazione dipeso dal calo dei prezzi dei beni. Invece, l’inflazione dei servizi e beni rifugio è rimasta costante.
Le parole di Thomas Barkin
Il presidente della FED di Richmond, Thomas Barkin, ha dichiarato che ciò potrebbero rendere la scelta in merito al taglio dei tassi di interesse ”ancora più complicata”.
Ciò nonostante, egli ha anche dichiarato di non voler dare un peso eccessivo ai dati di gennaio, che tuttavia non hanno migliorato una situazione già complessa. Infatti, le Banche centrali devono prendere la propria decisione molto cautamente. Un taglio dei tassi di interesse troppo prematuro potrebbe creare non pochi problemi.
Secondo gli esperti di Vanguard, la storia dei mercati insegna che i tassi di interesse devono essere tenuti sopra al livello del tasso d’inflazione per almeno un anno. Il motivo? Scongiurare il rischio di un carovita e tutte le conseguenze che questo porterebbe.
Vediamo dunque come potrebbe evolversi lo scenario dell’economia statunitense nel corso dei prossimi mesi e anni.
Si va verso una recessione dell’economia statunitense? Ecco un possibile scenario
In base a quanto sappiamo in questo momento, ci è possibile ipotizzare che sia in corso un ciclo economico che non va verso la recessione o un forte rallentamento bensì verso un soft landing. In questo scenario, quindi l’inflazione (che rimarrebbe attorno ai livelli attuali), la crescita economica e i tassi di interesse risulterebbero bilanciati. Pertanto, le Banche centrali non avrebbero ragione di intervenire su questi ultimi.
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