Tra le asset class più amate dagli investitori vi rientrano di sicuro i titoli di Stato. C’è chi l sottoscrive per assicurarsi un flusso di rendita periodica fino a scadenza e chi, invece, perché punta principalmente a speculare sui prezzi. Al riguardo, per esempio, è incredibile quanto sono saliti i prezzi dei titoli di Stato a 30 anni in queste ultime settimane.
Com’è noto, sono soprattutto i c.d. titoli lunghi quelli a riservare i maggiori movimenti dei prezzi nel corso della loro vita di maturazione. Per quale motivo e quali variabili ne influenzano le dinamiche di mercato?
I prezzi delle obbligazioni sono molto sensibili ai tassi di interesse
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A dispetto di altri strumenti del reddito fisso non scambiati su mercati regolamentati, per i bond le cose stanno diversamente. Ad esempio per i buoni fruttiferi e i conti deposito in fase di maturazione la controparte è l’emittente che li riacquista al prezzo di emissione (più interessi, se del caso). I bond corporate e sovrani vivono invece una seconda vita più o meno intensa di compravendite a seconda del loro grado di liquidità.
Vi sono vari main driver che muovono i prezzi delle obbligazioni sul mercato secondario. Tuttavia, quello chiave resta il tasso di interesse base di riferimento, ad esempio quello BCE per i sovereign bond europei. I prezzi di quest’ultimi scendono quando i tassi tendono a salire mentre salgono quando i tassi scendono.
Perché i prezzi dei titoli di Stato salgono e scendono?
Come mai? Il prezzo dell’obbligazione riflette il valore del reddito che deriva dal sottostante mediante le cedole. Ora, se i tassi di riferimento aumentano i titoli già emessi perdono valore perché le loro cedole saranno inferiori alle nuove, prossime a venire. Avviene invece il contrario quando i tassi di interesse tendono a scendere.
In verità c’è da dire che a tutt’oggi i tassi ufficiali BCE sono rimasti invariati ai loro massimi di periodo. Come mai allora il mercato dei bond è in risalita da settimane? Semplice: gli operatori finanziari stanno iniziando a scontare i futuri tagli dei tassi dell’Istituto Centrale. A seconda dei dati macroeconomici che nel tempo si vanno delineando, gli operatori anticipano quelle che potrebbero essere le possibili mosse della BCE.
Incredibile quanto sono saliti i prezzi dei titoli di Stato a 30 anni in queste ultime settimane
Complici i confortanti dati sull’inflazione (o comunque non così brutti come in passato) e i timori sull’economia, i prezzi dei bond hanno smesso di scendere. Anzi, a dirla tutta hanno segnato corposi rialzi tra gli inizi di ottobre e questa prima metà di dicembre. Un trend destinato a proseguire anche nel 2024 o si tratta solo di un robusto ma momentaneo recupero? Come sempre saranno le dinamiche prezzo-tempo a svelare qual è la verità.
Vediamo intanto di quanto sono risaliti i corsi di alcuni bond a 30 anni, ormai già emessi da alcuni dei principali Stati sovrani e tutti denominati in euro.
Uno è il Bund sovrano tedesco (ISIN DE0001102572) con scadenza il 15 agosto 2052 e cedola a 0,00%. Questo titolo ha data godimento 15/08/2021, un’era in cui i rendimenti erano spesso irrisori. I corsi sono passati dai 40,51 centesimi del 4 ottobre a 51,14 del 7 dicembre (+26,24%). Al momento in cui scriviamo prezza sui 50,70 centesimi.
Stesse dinamiche per il titolo di Stato rumeno Tf 3,375% con ISIN XS2109813142 e scadenza al 28 gennaio 2050. Si è passati dai 57,67 di inizio ottobre agli attuali (al tempo dell’articolo) 63,25, mentre il picco di dicembre è stato a 65,97.
Il copione si ripete anche per il nostro BTP con ISIN IT0005425233 in scadenza il 1° settembre 2051. La cedola lorda annua è dell’1,70%, mentre i corsi si sono portati dal low di 49,35 centesimi del 4 ottobre agli attuali 58,40 circa (+18,33%).
Guadagni interessanti, non c’è dubbio, ma va rimarcato che si tratta di un’operatività adatta solo a investitori preparati al rischio e altamente propensi a “sfidarlo”.