In tempi di inflazione alle stelle anche i rendimenti sul reddito fisso si portano in genere sopra i valori medi di lungo periodo. Certo, poi si tratta di capire se gli interessi lordi offerti sono in grado di coprire tanto le spese quanto il generale rialzo dei prezzi. È qui che si scopre che mentre il primo test (le spese) è di norma superato non sempre può dirsi altrettanto per l’altro.
In tutti i casi si rivela comunque cruciale cercare di limitare al massimo la liquidità infruttifera disponibile. Anche un singolo euro messo a reddito può contribuire a rendere meno salato il saldo reale. Ad esempio, è incredibile quanto rendono a settembre 6.000 euro sul miglior conto deposito libero a 12 o 24 mesi.
Il conto deposito quale miglior alleato del conto corrente
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Conto corrente (c/c) e conto deposito (CD) alle volte possono ingenerare confusioni data la quasi vicinanza dei nomi. Entrambi rientrano nella famiglia degli strumenti di liquidità, ma hanno finalità e operatività decisamente differenti. Comprenderle, quindi, potrebbe costituire il primo passo per fugare eventuali dubbi.
Il c/c è un perfetto strumento di pagamento, una piattaforma contabile cui far affluire e gestire tutti gli incassi e i pagamenti. Stipendi e pensioni, affitti e bonifici in entrata e in uscita, accredito Bonus e acquisti in rete, carte di debito e/o credito, dossier titoli, etc, hanno nel c/c il loro principale referente. A fronte di un’operatività assai vasta bisogna mettere in conto due elementi. Primo, che spesso si tratta di uno strumento oneroso e, secondo, generalmente infruttifero.
Questi punti di debolezza del c/c sono la forza del CD, in genere gratuito (Fisco a parte) e redditizio. In compenso ha un’operatività quasi sempre limitata al solo versamento e deposito della liquidità da e verso il conto d’appoggio e poi stop.
Come sceglierlo
Sul mercato vi è una discreta concorrenza tra le banche emittenti il CD. Le alternative ruotano principalmente su eventuali promo speciali, la durata del deposito, l’assenza/presenza del vincolo, il tempo dell’accredito interessi, l’imposta di bollo. In linea generale il guadagno sale all’aumentare del tempo del deposito e in presenza del vincolo ed eventuali offerte speciali.
Altrettanto importante è comprendere se vi siano o meno condizioni di sorta legate all’apertura di un dato conto deposito.
Alcune banche prevedono ad esempio l’apertura di un c/c associato per poter usufruire delle condizioni vantaggiose dei loro depositi. In casi simili lo studio e comprensione delle condizioni commerciali del conto d’appoggio viene prima ancora dell’analisi di quelle riguardanti il CD.
Incredibile quanto rendono a settembre 6.000 euro sul miglior conto deposito libero a 12 o 24 mesi
Consideriamo adesso il caso di un piccolo capitale da voler investire a breve termine senza condizionamenti particolari (di svincolo e di eventuale c/c associato). Quanto renderebbero, per esempio, 6mila € a 12 o 24 mesi?
Dalla nostra ricerca sono emerse 2 banche che a settembre 2023 offrono il 3,50% lordo annuo tanto sulla prima che sulla seconda durata. Tuttavia, mentre uno dei due prodotti è un conto pienamente libero (somme prelevabili senza preavviso), l’altro è un semi libero. In pratica qui le somme sono disponibili dopo 32 giorni dalla richiesta di svincolo. Per il resto i due prodotti non prevedono costi particolari tranne gli oneri fiscali, ovviamente. Ossia il 26% di ritenuta sugli interessi e l’imposta di bollo (a carico del cliente in entrambi i casi) del 2×1.000 sulla giacenza.
In soldoni, 6mila € a 12 o 24 mesi su simili strumenti renderebbero all’incirca 143 € netti nel 1° caso e 287 € nel secondo.