Incredibile quanto incasso a scadenza con 15.000 euro sui buoni fruttiferi postali dopo l’ultimo aumento dei tassi di interesse

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In ossequio al detto per cui nulla è eterno e solo poche cose sono durevoli, da tempo anche i tassi di interesse sul reddito fisso si vanno adeguando. Tradotto, da mesi si assiste a un continuo rinnovo dei tassi offerti alla clientela da parte dei vari intermediari. È il caso di Cassa Depositi e Prestiti, per esempio, che da martedì 6 giugno ha adeguato la scuderia dei buoni fruttiferi postali (BFP) in sottoscrizione. 

Il riferimento è tanto agli interessi, aumentati solo su alcune scadenze, quanto alla singola disponibilità dei vari BFP. Il titolo con durata a 16 anni (buono 4X4), per esempio, è stato ritirato dal mercato. Non ne sappiamo le ragioni, né poteva essere diversamente. Tuttavia, e a prescindere da ciò, c’è che oggi chi ha soldi da investire in genere predilige le medio-corte scadenze rispetto alle lunghe.

Pertanto, alla luce di questi adeguamenti è incredibile quanto incasso a scadenza con 15.000 euro sui buoni fruttiferi postali dopo l’ultimo aumento dei tassi di interesse.

I vantaggi e gli svantaggi

Al pari di tutti gli strumenti d’investimento, nessuno escluso, anche i BFP hanno vantaggi e svantaggi propri.

Partendo dai primi diciamo subito che i BFP sono privi di costi di sottoscrizione, gestione e rimborso finale. L’unica eccezione riguarda il Fisco, cioè le tasse da pagare allo Stato sugli interessi attivi percepiti. La ritenuta fiscale è del 12,50%, oltre all’imposta di bollo nei casi e modi previsti dalla Legge. Di contro sono esenti dalle imposte di successione.

Quanto al rimborso, l’emittente lo consente in qualunque momento ma sempre entro i termini di prescrizione. Il titolare del buono ha diritto al rimborso del capitale nominale iniziale più gli interessi delle finestre temporali chiuse e previste dal titolo in questione.

Restando in tema di interessi vanno ricordate due cose. La prima è che gli interessi sui titoli medio-lunghi sono in genere step-up, cioè fissi e crescenti all’aumentare del tempo. La seconda è che gli interessi arrivano insieme al rimborso del buono, sempre, e non durante il loro periodo di maturazione. I BTP, invece, danno modo di realizzare una buona rendita periodica.

Incredibile quanto incasso a scadenza con 15.000 euro sui buoni fruttiferi postali dopo l’ultimo aumento dei tassi di interesse

E veniamo adesso ai montanti netti finali (della sola ritenuta fiscale) a seguito dell’investimento di ipotetici 15mila €. Quanto renderebbero oggi, dopo i recenti aumenti apportati?

Al riguardo distinguiamo tra durate medio-brevi e buoni a medio-lungo termine. Sul primo fronte si avrebbe a scadenza quanto segue:

  • 15.803,35 sul buono 3 anni Plus, il cui rendimento annuo lordo a scadenza è salito la settimana scorsa al 2,00%;
  • 16.362,54 con il buono 4 anni risparmiosemplice (rimasto invariato nei tassi) ma nella versione premiale (minimo 24 sottoscrizioni periodiche);
  • 16.647,30 € con il buono Eredità, anch’esso rimasto invariato nei rendimenti e di cui abbiamo già visto i vantaggi dello strumento;
  • 16.874,58 € con il buono 3X2, il cui rendimento lordo annuo a scadenza è salito nei giorni scorsi al 2,25%.

I rendimenti sui buoni a scadenze medio-lunghe

Ritocchi sui tassi d’interesse si sono avuti anche sui due buoni postali di durata medio-lunga. In particolare il montante netto finale (della sola ritenuta fiscale) in questo caso sarebbe pari a:

  • 20.050,29 € con il “nuovo” buono 3X4, cioè post aumento al 2,75% del rendimento annuo lordo a scadenza;
  • 25.564,78 € sul buono ordinario, grazie al rialzo degli interessi dello scorso 6 giugno. In questo caso, in particolare, il guadagno annuo lordo a scadenza è passato al 3,00%.

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