Era palese che tempo per una riforma previdenziale strutturale entro la fine dell’anno il nuovo Governo non ne avrebbe avuto. E che qualsiasi provvedimento sarebbe stato inserito nella Legge di Bilancio di fine anno. E proprio nella manovra 2023 saranno inserite le misure per mitigare il brusco ritorno alla Legge Fornero che lavoratori e sindacati tanto temono. A svelare i primi dettagli sulle novità è il ministro Calderone. Incredibile quanti anni serviranno per andare in pensione nel 2023, anche se in molti avevano previsto alcune mosse del Governo.
Quale sarà la base di partenza della riforma?
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Il Ministro ha affermato che la Quota 41 sarà sicuramente una base di partenza mentre ha confermato il rinnovo per un altro anno sia dell’APE sociale che dell’Opzione donna. Indiscrezioni che erano già circolate negli ultimi giorni, certo. Ma affermate dal ministro Calderone hanno sicuramente un altro peso.
Si continuerà, quindi, ad andare in pensione a 63 anni con 30, 32 e 36 anni di contributi con l’APE sociale. Ma solo per chi appartiene ai profili tutelati (disoccupati, caregiver, gravosi e disabili). E a 58 e 59 anni di età con 35 anni di contributi con l’Opzione donna. Ma in questo caso i requisiti andrebbero raggiunti entro il 31 dicembre 2022 (mentre ora la misura è aperta solo a chi li ha raggiunti entro la fine del 2021).
Il dilemma della Quota 41 per tutti
Come era prevedibile la Quota 41 per tutti ha problemi di copertura finanziaria e proprio per questo si è deciso di porre un paletto anagrafico per l’accesso. E anche questo era stato accennato nelle scorse settimane dallo stesso Matteo Salvini che aveva ipotizzato 61 o 62 anni di età.
Secondo le indiscrezioni il range di accesso alla misura potrebbe essere dai 61 ai 63 anni . Si tratterebbe, quindi, di una sorta di Quota 102, 103 e 104. Anche se al momento sembra che l’opzione che piace di più al Governo sia quella della quota 103 con 62 anni di età e 41 anni di contributi.
Incredibile quanti anni serviranno per andare in pensione nel 2023
Resta in ogni caso ferma la possibilità di andare in pensione di vecchiaia al compimento dei 67 anni con almeno 20 anni di contributi versati. E di accedere alla pensione anticipata ordinaria indipendentemente dall’età con:
- 42 anni e 10 mesi di contribuzione per gli uomini;
- 41 anni e 10 mesi di contribuzione per le donne.
Si potrà ancora andare in pensione con le due misure contributive. Quella di vecchiaia a 71 anni con almeno 5 anni di contributi (tutti versati dal 1996 in poi). E quella anticipata con 64 anni di età ed almeno 20 anni di contributi (versati dal 1996 in poi). In questo secondo caso l’importo della pensione deve essere di almeno 2,8 volte l’assegno sociale INPS (circa 1.310 euro mensili).