Il caffè conserva molte sorprese e una analisi conferma che è incredibile come una semplice tazza di caffè possa aiutare a ridurre il rischio di diabete e migliorare l’umore. Un precedente studio nel 2018 aveva evidenziato che il consumo del caffè in modo abituale può ridurre il rischio di sviluppare il diabete di circa il 30%. Un recente studio condotto sulla popolazione degli Stati Uniti ha confermato il precedente studio. Inoltre, ha rilevato che consumando caffè regolarmente consente di diminuire il rischio di contrarre il diabete di tipo 2. Il consumo giornaliero ideale è di tre o quattro tazzine di caffè al giorno. Ovviamente parlando di diabete e caffè, lo zucchero non è contemplato.
Incredibile come una semplice tazza di caffè possa aiutare a ridurre il rischio di diabete e migliorare l’umore
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Il caffè è ricco di sostanze antiossidante (polifenoli) che con il tempo riducono lo stress ossidativo e riduce il rischio di contrarre il diabete di tipo 2.
Inoltre, il consumo regolare di caffè riduce le infiammazioni croniche collegate a disturbi cardiovascolari e metabolici. Disturbi tipici di chi soffre di diabete di tipo 2.
Anche se molte istituzioni concordano sui benefici del caffè, compresa la SID, sono necessari ancora molti studi per poter formulare farmaci e integratori utili.
Attenzione alle sostanze nocive per i consumi eccessivi
Un aspetto da non sottovalutare riguarda l’assunzione del caffè e l’acrilammide. Questa sostanza è presente nella tostatura dei chicchi di caffè ed è considerata cancerogena. Nel 2016 l’OMS ha eliminato il caffè dalla lista delle sostanze cancerogene. Ma resta l’acrilammide e l’EFSA consiglia di ridurre i consumi perché è considerata pericolosa per la salute. Inoltre, è bene ricordare che l’acrilammide si trova in tutti i prodotti fritti o prodotti da forno. In effetti, in tutti i prodotti contenenti amido posti a cottura a 120 gradi.
Un uso moderato del caffè non è sufficiente ad apportare all’organismo una quantità di acrilammide rischiosa.
Ricordiamo che il consumo del caffè in alcuni soggetti è sconsigliato, o bisogna limitare di molto i consumi. Si tratta delle persone affette di dispepsia, ulcera peptica, gastriti ipersecretive, ipertensione arteriosa, ipercolesterolemia, reflusso gastro-esofageo, aritmie cardiache. Si consiglia di rivolgersi al medico di base e seguire le sue indicazioni.