Meno di un chilometro quadrato al largo dell’Ucraina ed è la zona da cui il Paese di Zelensky riesce a mandar via i russi. L’Isola dei Serpenti conta pochissimi abitanti, massimo un centinaio tra alcuni ricercatori, guardie di frontiera e addetti al faro. Insomma, in altri tempi sarebbe passata inosservata. Con la guerra accende la curiosità non foss’altro per il nome piuttosto singolare. Pare la denominazione sia da imputare alla massiccia presenza di bisce che in passato sarebbero arrivate dalla foce del Danubio e ci sarebbero ancora.
Il clima
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Già la presenza di bisce è un valido motivo per non considerare la location come zona balneare. Ma al netto dei serpenti ci chiediamo se in tempi di pace, si può fare il bagno da questo lembo di terra nel mezzo del Mar Nero. Il clima è temperato, a dire che nei periodi centrali dell’estate potrebbe raggiungere al massimo i 25-26 gradi. Punte di 27 gradi si raggiungono in altre località del Mar Nero che si prestano ad una passeggiata lungo la Costa.
Dove si trova l’area balneare
Parliamo per l’Ucraina della spiaggia Arcadia che poi è Odessa. Un punto di sfogo per una vacanza mordi e fuggi da parte degli ucraini, nei tempi belli s’intende, sognando pur sempre il clima mediterraneo. La zona pare essere per lo più presa d’assalto per la movida notturna. Ad ogni modo è l’unico tratto di costa che consente di poter fare un bagno quando proprio il caldo nel resto d’Europa è a livelli record.
In tempi di pace, si può fare il bagno dall’Isola dei Serpenti? Il salvagente del Mar Nero ricco di gas e petrolio
Archiviato il quesito se in tempi di pace si può fare il bagno col rischio di incrociarsi con le bisce, scopriamo invece le altre attrattività del sito. Dal punto di vista geopolitico la zona è molto ricca di petrolio e gas. I giacimenti risalgono agli anni Ottanta e il 79,34% del triangolo sottomarino che circonda l’isola fa capo oggi alla Romania. L’Ucraina conterebbe su un 20% di risorse che rappresentano comunque un margine interessante. Tale «suddivisione» è frutto di una decisione della Corte Internazionale di Giustizia dell’Aia e risale al 3 febbraio 2009.
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