Quando muore una persona cara è sempre un momento difficile da affrontare per i parenti, soprattutto quelli più stretti. Infatti, ci sono prima di tutto questioni affettive, il vuoto che lascia un caro nella vita delle persone può essere davvero emotivamente importante. In secondo luogo, si pongono problemi di tipo economico e gestionale. Infatti, sorge la questione di dividere l’eredità tra gli eredi, tanto con la sua attività che con i suoi debiti. È un passaggio molto delicato questo della spartizione dell’eredità. Infatti, molti eredi spesso arrivano a litigare, fino addirittura in Tribunale, per la quantificazione delle quote ereditarie.
Oltretutto, ci sono anche i creditori del defunto molto attenti alla divisione. La legge, peraltro, assegna a questi soggetti delle azioni per tutelare i propri diritti. Come l’azione revocatoria oppure la revocatoria anticipata dell’articolo 2929 bis del codice civile. Se il defunto ha donato o si è liberato gratuitamente, oppure anche a titolo oneroso, dei suoi beni, i creditori o gli eredi possono recuperare questi beni. Infatti, potrebbe essersene disfatto proprio per evitare di rispettare le quote di alcuni eredi o pagare i propri debiti nei confronti dei creditori.
I debiti da pagare
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Come detto, in caso di eredità agli eredi non passa solo la parte attiva del patrimonio del defunto, ma anche quella passiva. Infatti, gli eredi dovranno pagare i debiti del proprio parente se vogliono ottenere la parte attiva del suo patrimonio. Altrimenti possono non accettare l’eredità se, ad esempio, i debiti superano i crediti del patrimonio. Oppure, se vogliono del tempo per pensare a cosa fare dell’eredità, possono accettare con beneficio di inventario. In questo caso gli eredi non devono pagare immediatamente i debiti dell’eredità, perché il loro patrimonio e quello del defunto non si confondono.
Ponendo il caso che gli eredi volessero accettare l’eredità, si porrebbe il problema di capire quali sono i debiti del defunto che sono effettivamente tenuti a saldare. Una novità importante in tema l’ha fornita la Corte di Cassazione con la sentenza numero 1749. Con questo provvedimento i giudici hanno parlato della sorte delle parcelle dei professionisti dopo la morte del cliente, più in particolare di quella dell’avvocato.
In questo caso gli eredi non devono pagare la parcella dell’avvocato del defunto
La Cassazione ha stabilito che gli eredi sono effettivamente tenuti a pagare le parcelle dell’avvocato del defunto solo fino alla sua morte. Dopo questo momento, non devono più nulla al professionista. Infatti, solo se hanno conferito un nuovo mandato in nome e nel proprio interesse saranno tenuti a pagare prestazioni successive alla morte del defunto. Se non hanno conferito alcun mandato al professionista, invece, non saranno tenuti a pagare nulla dopo la morte dell’assistito, e l’avvocato nulla potrà pretendere da loro.
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